La Liguria è sempre stata una regione “atipica” e meno dinamica, rispetto alle altre, nel recepire i cambiamenti e invertire la marcia, soprattutto per caratteristiche strutturali e di assetto economico. Il 2016 si è quindi chiuso per la Liguria con dati poco confortanti sul mercato del lavoro: gli ultimi dati diffusi dall’Istat frenano, di fatto, le aspettative di un’inversione di tendenza avviata nel 2015, che faceva ben sperare in una ripresa dell’occupazione.
Gli occupati liguri risultano 610 mila, 2 mila in meno rispetto all’anno precedente, nonostante il tasso di occupazione sia passato dal 62,4% al 62,7%: ciò si spiega per una maggiore contrazione della popolazione di riferimento, denominatore dell’indice.
A livello provinciale Imperia ha registrato 79 mila occupati, 4 mila in meno rispetto al 2015, Savona 111 mila, 4 mila in più, Genova 332 mila, 3 mila in meno, e infine La Spezia 88 mila occupati, mille in più rispetto al 2015.
Notizie poco confortanti anche sul fronte della disoccupazione: 4 mila disoccupati in più. “Il 2016 si chiude con un tasso di disoccupazione pari al 9,7%, in aumento di mezzo punto rispetto al 2015”, spiega Unioncamere Liguria. E’ sempre la provincia di Imperia a registrare il tasso di disoccupazione più alto, 13%, in aumento di due punti percentuali rispetto al 2015; segue La Spezia con un tasso pari al 10,2% (-0,4 punti percentuali), Genova con 9,9%, in crescita di 1,6 punti percentuali, e infine Savona con 6,4%, 3 punti percentuali in meno rispetto al 2015.
Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) in Liguria cresce di 3,4 punti percentuali passando dal 34,5% al 37,9%, posizionandosi in linea con la media nazionale (37,8%). Tra le province liguri Genova registra il tasso più alto, 41,1% (quasi 5 punti in più rispetto al 2015), raggiungendo e sorpassando Imperia che scende al 40,3% (13,6
punti in meno); segue La Spezia con 30,9% (1,5 punti in più) e infine Savona dove, sebbene in crescita rispetto al 2015, si registra il tasso di disoccupazione giovanile più basso (27,8% contro 22,0% dell’anno precedente).
Per concludere, i Neet (quei giovani tra i 15 e i 29 anni non occupati e nemmeno impegnati nello studio) in Liguria sono diminuiti passando da 41mila a 35mila (- 14,6%). L’incidenza più alta, calcolata sulla popolazione, si riscontra nella fascia di età compresa tra i 18 e i 29 anni: in Liguria il valore è pari al 20,8%, in Italia al 28,8%.