Caro Gianni,
in questi giorni abbiamo avuto occasione di parlarci e iniziare a ragionare insieme sul futuro di Genova. Sarebbe strano il contrario, visto che per anni i nostri passi si sono spesso incrociati. Prima nelle strade in cui si cercava una sinistra innovativa e aperta, e poi in quelle più concrete della città, cercando di trovare i modi per curare meglio il nostro territorio o talvolta per far fronte alle emergenze.
Ora le stesse parole che ti ho detto in privato te le voglio scrivere. Un po’ perché serve a fare ordine fra i pensieri e in questo periodo così convulso, capisci certamente quanto sia utile questo esercizio. Un po’ perché non c’è nessun motivo per lasciare il nostro dialogo ai pur legittimi retroscena ed anzi abbiamo solo da guadagnarci nel “mettere tutto in piazza”.
Da mesi sostengo la necessità di costruire una nuova “Coalizione Civica e Progressista”. Il Centrosinistra, che ci piaccia o no, soffre a Roma come a Genova. Ma ciononostante è ancora più necessaria una proposta per la nostra città che coniughi coesione sociale e innovazione.
Dieci anni di crisi hanno acuito spaventosamente la sofferenza, hanno accresciuto la paura, il senso di precarietà e di solitudine. Hanno reso più fragili i nostri territori, l’ambiente i cui viviamo, sfibrato i legami sociali. Guardiamo al domani con ansia e in tanti raccontano alla nostra gente che basta alzare qualche muro ed agitare qualche manganello per tornare a dormire sonni tranquilli. Sappiamo che non è così, che le soluzioni che appaiono più semplici sono solo trappole. Buone forse per prendere voti, ma pessime per dare una nuova prospettiva di sviluppo a Genova. Al contrario sappiamo che dobbiamo rifuggire ogni tentazione di arroccamento. E’ l’ora di aprirsi, di guardare al mondo con coraggio. Di tornare capitale Mediterranea e Europea.
Noi che, a differenza di altri, viviamo ed attraversiamo ogni giorno i quartieri popolari di questa città, siamo assolutamente consapevoli delle sfide complesse che c’impone l’immigrazione e di come sia difficile coniugare solidarietà, equità e legalità. Di quanto sia dura misurarsi con la drammatica e diffusa crescita della povertà. Di come la mancanza di lavoro e anni d’irresponsabili tagli ai comuni, abbiano fatto crollare la qualità della vita. Sappiamo che serve un modello di sviluppo nuovo che offra occasioni di futuro e dignità per i nostri giovani.
Per restituire un po’ di sicurezza sono necessarie politiche nuove che mettano da parte un rigore talvolta eccessivo e ridefiniscano chiaramente la scala di priorità. Scuola, asili, servizi sociali, manutenzioni diffuse, cura del territorio. Su questo possiamo continuare ad impegnarci. Facendo di più e di meglio, mettendo al centro con maggiore determinazione la qualità della vita.
Il 13 Febbraio mi sono messo a disposizione rivolgendomi alla Genova che vuole Cambiare. Mi sono candidato a Sindaco, chiedendo Primarie progressiste, aperte alle tante esperienze civiche. Ho deciso di “gettare un sasso nello stagno”, perché pur consapevole dei miei tanti limiti, soffrivo nel vedere una città scivolare verso il declino, senza che su questa emergenza si animasse un adeguato dibattito. Speravo di contribuire ad un confronto trasparente, di essere parte di un viaggio nella città, in cui questi temi si potessero trattare in una dimensione di autentica partecipazione. Prendo atto che si è fatta un’altra scelta. Resto convinto che sarebbe stato utile confrontarci nelle piazze, nei circoli, mescolandoci fra le esperienze innovative della cittadinanza attiva. Ma ora è il momento di voltar pagina, di guardare avanti, di imboccare una via che ci permetta di Cambiare Genova insieme.
In queste settimane ci siamo comunque messi in tanti/e a disposizione per una Genova migliore. Sono, siamo stati alla larga dalla “sagra dell’IO” e abbiamo con pazienza e determinazione lavorato per costruire un NOI largo ed inclusivo. E’ cresciuto il progetto “Genova Cambia”. Un laboratorio d’idee, una piattaforma civica aperta fatta di tante e diverse voci. In questo cammino intendiamo tutti/e mescolarci alla pari. Esperienze civiche dei territori, innovative realtà della cittadinanza attiva, i giovani che hanno animato l’esperienza della Rete a Sinistra e che hanno coraggiosamente la sfida della #GenovacheOsa.
Nei prossimi giorni siamo certi che i compagni di strada cresceranno, perché la Genova che vuole cambiare c’è ed è intenzionata a far pesare il proprio desiderio d’innovazione e futuro. Come sai, ci vedremo presto tutti insieme con te, per dar vita ad un dibattito largo e trasparente. Sono certo che non sarà un “balletto”, ma un’autentica occasione di partecipazione, in cui potremmo confrontare in trasparenza idee e programmi, senza sconti per nessuno, ma anche con la voglia di trovare insieme le soluzioni migliori per restituire a Genova il futuro che merita.
Buon cammino,
Simone Leoncini