Il Comune di Lavagna è stato sciolto per infiltrazioni mafiose. A comunicarlo è il Consiglio dei Ministri. La decisione è arrivata a norma dell’articolo 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 e su proposta del Ministro dell’interno Marco Minniti. Si tratta della prima volta per un comune del Levante.
Lavagna è retta dallo scorso giugno dal commissario straordinario Paolo D’Attilio, nominato dal Prefetto dopo l’inchiesta su presunti rapporti con la ‘ndrangheta che portò all’arresto anche del sindaco Giuseppe Sanguineti, finito prima ai domiciliari e poi liberato. Contestualmente si dimisero anche dieci consiglieri e assessori dell’area della maggioranza. Ora la decisione che ferma il conto alla rovescia per le elezioni: arriverà invece un nuovo commissario.
“Oggi il Consiglio dei Ministri – ha commentato il Luca Garibaldi, consigliere regionale del Pd – riconosce che esiste la necessità di una azione più approfondita nel Comune di Lavagna, che non può ancora andare quindi a regolari elezioni. Segno di un condizionamento e di una presenza della criminalità organizzata forte e radicata. Occorre attivare le migliori energie che sono presenti a Lavagna e nel Tigullio, per rafforzare e sostenere la legalità nel tessuto economico e sociale del nostro territorio. Un territorio ancora principalmente sano, ma non immune. Un lavoro che coinvolge tutti e che ci vedrà in prima fila da subito”.
“Oggi – spiega invece il Comitato Tigullio Possibile – è il giorno zero per la Città di Lavagna, quello più buio, è il giorno della riflessione e della consapevolezza. Da domani è obbligatorio ripartire per un profondo lavoro di rinnovamento culturale. Chiediamo alle istituzioni nazionali un impegno per non far morire anche quella parte sana che resta, chiediamo alla società civile la massima collaborazione per organizzare eventi che possano rigenerare quel tessuto sociale così profondamente lacerato e che rimettano al centro i valori della Legalità e della Democrazia”.