Genova. “Non possiamo che prendere atto che si chiude, al momento, la speranza di un progetto di coalizione civica. L’incontro previsto per domani a questo punto è annullato. E il nostro impegno collettivo qui si conclude. Ognuno si assume le proprie responsabilità davanti alla citta’ cosi come abbiamo cercato di fare noi in modo pubblico e trasparente in questi giorni. Ogni altra considerazione avremo tempo di esprimerla nei prossimi giorni.” Le firme sono quelle di Massimo Bisca (Anpi), Ivano Bosco (Cgil), Luca Borzani, Domenico Megu Chionetti (San Benedetto), Stefano Kovac e Walter Massa e altri.
La ‘società civile’ corteggiata e acclamata come salvifica dell’unità del centro sinistra dice basta. Dopo lo strappo di sinistra italiana e il contemporaneo ‘andiamo avanti’ di Articolo 1, il comunicato delle associazioni che avevano tenuto a fatica il tavolo del centro sinistra sancisce la fine di ogni progetto di unitarietà e soprattutto, a guardare le firme, la fine del laboratorio di Rete a sinistra andato avanti per questi due anni.
Gli strappi e le divisioni erano nell’aria ma a questo punto difficile pensare a un unico programma condiviso. Ad allearsi con il Pd sarà Articolo 1 (fuoriusciti Pd e una parte di Sel), forse qualcuno a titolo personale di Rete a sinistra. Ci sarà una lista civica che fa capo a Simone Leoncini e forse una seconda lista civica a sostegno di Crivello sempre che lo stesso non decida che in questa situazione ritira la disponibilità.
Altri: sinistra italiana, una parte di Rete a sinistra, una parte dei fuoriusciti M5S, Possibile e probabilmente Genova in comune potrebbero andare a costruire il ‘quarto polo’ che il capogruppo di Effetto Genova Paolo Putti vorrebbe civico e laico, senza simboli e senza predominio di alcun partito.
Il risultato elettorale per entrambi sarà tutto da valutare ma dal punto di vista politico è evidente che il centro sinistra come tradizionalmente inteso, a Genova non esiste più.