Genova. Dopo la giornata “nera” di oggi, con lunghe code sulla rampa che collega l’autostrada all’aeroporto gli autotrasportatori chiedono soluzioni e minacciano la protesta. A spiegarlo è il coordinatore di Trasportounito per la Liguria, Giuseppe Tagnocchetti, che spiega come la situazione sia diventata ormai “esplosiva”.
“Anche questa mattina ci sono state lunghe code in Aeroporto, per entrare al Terminal Derrick – spiega Tagnocchetti – ma abbiamo avuto disagi anche lungo la strada a mare per i Terminal Erzelli 2 e Messina, e a Bolzaneto al Terminal B.C.T., oltre all’imbottigliamento quotidiano in Lungomare Canepa e in uscita dall’autostrada di Genova Ovest. Sappiamo che l’incremento del traffico è dovuto in parte a ragioni contingenti, quali il vento e alle chiusure operative al Terminal VTE, con spostamento del carico/scarico vuoti nei Terminal esterni, ma non possiamo essere sempre noi a pagarne le conseguenze”.
Gli autotrasportatori spiegano che le difficoltà operative sono causate principalmente dai Terminal che non sono strutturati adeguatamente per sostenere i traffici attuali, oltre che da limiti viabilistici e infrastrutturali mai affrontati dalle Istituzioni. È per questo motivo chiedono a Regione, Comune è Autorità Portuale di intervenire nei confronti dei terminalisti affinché siano velocizzate le operazioni.
“Quello che serve è una migliore ottimizzazione delle procedure all’interno dei terminal – prosegue Tagnocchetti – che si possono ottenere con un incremento del personale addetto. È per questo che chiediamo l’aiuto delle istituzioni, affinché attraverso verifiche e interventi possano Sensibilizzare gli operatori portuali”.
A preoccupare gli autotrasportatori genovesi, che hanno annunciato di essere pronti alla protesta, anche l’ipotesi, ventilata dal Comune di Genova, di trovare spazi di attesa, nei piazzali Ilva, per evitare che siano “ingolfate” le direttrici che portano all’aeroporto. “Una soluzione che non risolve il problema – conclude Tagnocchetti – anche perché in questo modo, comunque, per noi restano tempi di attesa infiniti”.