Dramma sul dramma

Maglioni in “viaggio” da Rapallo a Norcia nei paesi dimenticati del terremoto fotogallery

Il resoconto del viaggio in occasione della consegna di una raccolta di indumenti termici invernali

In molti paesini del centro Italia messi letteralmente in ginocchio dal terremoto l’emergenza non è mai finita, ma nessuno poteva aspettarsi che la situazione sarebbe peggiorata in questo modo, andando ad aggiungere un nuovo dramma ad un altro che persiste ormai da molti, troppi mesi.

Questo è il resoconto del “viaggio”, avvenuto sabato scarso, cioè prima del nuovo sisma, tra le popolazioni terremotate nei dintorni di Norcia, in occasione della consegna di una raccolta di indumenti termici invernali organizzata da un gruppo di persone di Rapallo (collettivo Gotto Rosso, qui la pagina Facebook), grazie all’organizzazione locale Omnes oltre i confini onlus (Qui la pagina Facebook), che contatta direttamente i paesi più isolati della zona e chiede personalmente ad ogni nucleo familiare di cosa abbia più bisogno.

Viaggio nei paesi dimenticati del terremoto

Anche nell’emergenza, purtroppo, è infatti bene fare delle distinzioni. Se le ricostruzioni proseguono e gli aiuti arrivano soprattutto nelle città principali (come Norcia e Amatrice, sole per fare due esempi), la stessa cosa non si può dire per chi è più sfortunato, o meglio, per chi vive fuori dai centri, nelle piccole località ai piedi delle montagne, difficili da raggiungere e spesso anche molto più fredde.

In questo caso parliamo delle comunità di Agriano (persone che sono state trasferite più in basso perché ormai irraggiungibili) e Frascaro. Nuclei di famiglie che si fanno forza e tirano avanti, pur vivendo ancora tutte insieme in un dormitorio (un grande tendone riscaldato), con un’altra zona dedicata alla mensa e i bagni esterni (4 in totale per una comunità di oltre 20 persone). “Non è possibile rendersi conto di cosa sia stato il sisma di agosto se non lo si è vissuto personalmente. I prati della vallata facevano le onde”, racconta un abitante. “Ho costruito la mia casa vent’anni fa con i criteri antisismici del tempo e l’unica cosa a cui è servito è stata salvarci la vita permettendoci di uscire, ma poi è crollata lo stesso – racconta un altro residente – Da mesi viviamo in questa situazione e iniziamo ad essere stanchi, visto che i lavori per costruire i moduli abitativi non sono praticamente neppure iniziati”.

Viaggio nei paesi dimenticati del terremoto

A tutto questo va ad aggiungersi il fatto che molte persone di Frascaro lavoravano nel grande prosciuttificio locale (una vera e propria fabbrica), gravemente danneggiata dal terremoto di quest’estate e quindi chiusa. Padri e madri di famiglia che hanno perso il lavoro e che da mesi non ricevono neppure la cassa integrazione. Vivere così non è facile, neppure per i più piccoli. L’unico istituto scolastico agibile è infatti quello superiore, quindi le aule vanno suddivise tra i ragazzi. I più grandi frequentano le lezioni al mattino, mentre quelli delle elementari il pomeriggio, con evidenti disagi.

Il viaggio per la consegna di maglie termiche, calze, felpe ed altri indumenti per il freddo, risale alla settimana scorsa, quando la situazione non era precipitata ulteriormente, ma già bastava guardarsi intorno per capire come queste persone, quasi dimenticate dalle istituzioni, fossero costrette a vivere. Ciò che è importante sapere, però, è che per aiutarle direttamente esistono associazioni ( come la Omnes oltre i confini) con cui mettersi in contatto per chiedere effettivamente cosa serva e quale sia il modo migliore per rendersi utili.

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