Trafficanti libici

Dalla Tunisia a Genova, auto di lusso rubate per finanziare Isis: cinque indagati

tunisia ferries

Genova. Un giro d’affari milionario per finanziare l’Isis o quanto meno per garantirsi un passaggio indisturbato per i loro traffici. E’ l’ipotesi su cui sta lavorando la procura in merito a trafficanti libici sbarcati a Genova costantemente a bordo di auto di lusso.

Dalla Tunisia arrivano a Genova con lussuose auto, per ipotetici viaggi d’affari, famiglia o lavoro. Tutti libici che, mensilmente, secondo gli investigatori del gruppo terrorismo di Genova, attraverso la compravendita, nel Nord Europa, di auto prelevate dai garage dei dittatori spodestati con le rivolte della Primavera araba, finanziavano in realtà L’Isis. E per cui il pm genovese Federico Manotti nelle settimane scorse ha aperto un fascicolo per associazione con finalità di terrorismo, indagando 5 persone.

L’ultimo episodio risale a sabato: al terminal traghetti sbarcano 19 libici con lussuosi suv. A dicembre ne erano arrivati 22.

Le fiamme gialle hanno stimato un giro di affari, in 2 anni, di circa 10-12 milioni di euro. I trafficanti arriverebbero dalla Libia fino alla Tunisia e poi verso l’Italia, attraverso i porti di Palermo, Civitavecchia e Genova. Dopo lo sbarco, si incontrerebbero in Lombardia per poi dividersi in direzione Germania, Lussemburgo e Belgio. Arrivati in Nord Europa venderebbero le auto tanto che al ritorno rientrerebbero in Libia senza vetture al seguito. Alcuni dei soggetti monitorati avrebbero compiuto più viaggi nel giro di pochi mesi.

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