Genova. C’è una storia di disagio psichico e sociale dietro al ritrovamento di un uomo di 73 anni deceduto nel suo appartamento a Sampierdarena. L’uomo infatti era morto in casa da circa un mese.
Ma in quell’abitazione di via Sampierdarena non viveva da solo, bensì con la figlia, una donna affetta da disturbi psichiatrici, che per tutto questo tempo ha continuato a tenere il corpo del padre nel bagno del loro appartamento dove l’uomo era morto per cause naturali, visto che era affetto da diverse patologie.
Fino a ieri sera quando la donna è rimasta chiusa fuori casa. I vicini allora hanno chiamato i vigili del fuoco e il 118. Una volta entrati nella casa i pompieri hanno avvertito un forte odore e hanno scoperto che la porta del bagno era stata ‘sigillata’ con degli asciugamani. Nella stanza c’era il cadavere dell’uomo in avanzato stato di decomposizione. Sul posto anche la polizia di stato, che tenterà di ricostruire i dettagli della vicenda e capire come mai, nonostante la donna fosse seguita da tempo dagli operatori del servizio di salute mentale della zona, nessun assistente sociale si fosse accorto della tragedia.
La donna, che ha 48 anni, ieri sera è stata affidata alla polizia municipale che l’ha accompagnata all’ospedale Villa Scassi per il ricovero.