Genova. “Ho visto il segretario del Pd genovese Alessandro Terrile affrettarsi a mettersi alle spalle il referendum, per rassicurare quanti a sinistra hanno contribuito a far cadere il Governo Renzi che non è cambiato nulla, e che ora dobbiamo solo ricucire, e ricompattarci (magari attorno a una sorta di Doria bis come Luca Borzani). È una posizione politicamente subalterna, strategicamente suicida e che ci porterà a una sonora, meritatissima sconfitta. Perché confonde la necessità di rispondere davvero ai bisogni popolari con il desiderio di accordo tra ceti politici senza bussola”. Così Simone Regazzoni il giorno dopo la vittoria del NO al referendum costituzionale.
“Auspico che tutti coloro che a Genova, nel Pd, si richiamano a Matteo Renzi comincino a parlare e dicano no a questo abbraccio mortale con chi, fino all’altro ieri, ci accusava di aver sostenuto una riforma autoritaria e che, ieri, ha festeggiato insieme alla peggiore destra la caduta del governo Renzi”.
“Adesso non è più tempo di attendere. Ora ciascuno deve assumersi le proprie responsabilità politiche e dire se il suo obiettivo primario è abbracciare Rete a sinistra e Sinistra italiana, dichiarando che la caduta del governo Renzi non cambia nulla,
oppure provare a costruire, nel Pd, una candidatura e una strategia in grado di parlare alla città”.
“E’ indubbio: dobbiamo recuperare consenso nelle fasce popolari. Ma questo consenso non si costruisce attraverso vecchie alchimie politiche con i gruppi dirigenti di partiti che, oggi, non rappresentano, se non marginalmente, quelle fasce. Le fasce popolari non votano Rete a sinistra ma Lega o 5Stelle. E non basterà certo qualche comunicato congiunto con Rete a sinistra per convincere gli elettori”.
“Servono oggi una strategia politica vera e una figura che tornino a parlare a un elettorato che non ci vota più, nella consapevolezza che il populismo non è il nemico da combattere, ma il nuovo terreno di confronto della politica. O capiamo questo o verremo spazzati via insieme ai Pastorini vari e ai cocci sparsi della vecchia sinistra da museo.
Il Pd a Genova ha più del il 40 %. Cominci a fare politica. Cominci a parlare alla città in modo nuovo e con volti nuovi. Abbia la forza e il coraggio, con le primarie, di esprimere un proprio candidato e provare vincere”.