Proposta di legge

Cannabis terapeutica, uso autorizzato ma troppe resistenze: “Liguria deve fare passo avanti”

La proposta di legge (Rete a Sinistra) chiede alla Regione di aumentare informazione e formazione di medici e operatori per contrastare il rifiuto di prescrizione

cannabis terapeutica

Liguria. Specifiche attività di formazione e informazione, elaborate e promosse dalla Regione Liguria, rivolte a medici, farmacisti e operatori ospedalieri, sugli ambiti terapeutici in cui la cannabis può essere utilizzata con ricadute positive. E’ la proposta di legge che lunedì prossimo (12 dicembre) alle 17 presso l’auditorium Montale (Carlo Felice), il consigliere regionale di Rete a Sinistra Gianni Pastorino presenterà alla cittadinanza. Anticipando l’odg che sarà presto in discussione in consiglio regionale a firma Angelo Vaccarezza (capogruppo Forza Italia) insieme ai colleghi consiglieri, Claudio Muzio e appunto Gianni Pastorino.

Ad oggi esiste un deficit di conoscenza che determina resistenze, o addirittura il rifiuto alla prescrizione: questo è il primo problema da risolvere – dichiara Gianni Pastorino -. Per esempio, alcuni centri di terapia del dolore continuano a non adottare farmaci cannabinoidi già autorizzati, di cui è comprovata l’efficacia. A questo punto la Regione deve attivarsi per recuperare il gap, fare un passo in avanti anche a beneficio dei molti pazienti che ancora ignorano tali soluzioni”.

Denso il programma degli interventi, insieme al consigliere Pastorino parteciperanno all’iniziativa di lunedì: Fabio Firenzuoli – direttore del centro di medicina integrativa AUO di Careggi (Firenze) e presidente CERFIT; Nadia Gulluni – biologa nutrizionista, esperta in fitoterapia clinica; Franco Henriquet – medico, presidente dell’associazione “Gigi Ghirotti”; la prof. Paola Minghetti – ordinario in tecnologia, socioeconomia e legislazione farmaceutica all’Università di Milano; Tania Re – antropologa, esperta in promozione della salute, etnomedicina e medicina tradizionale; il farmacista Angelo Bodrato e la consigliera comunale di Rete a Sinistra Marianna Pederzolli.

La Liguria ha già autorizzato l’utilizzo della cannabis, ma pochi lo sanno – prosegue Pastorino -. Le prescrizioni sono in crescita ma, dopo varie ricerche, rileviamo ancora molte carenze di informazione presso la popolazione e un ulteriore problema di formazione di medici e farmacisti, figure essenziali nella diffusione e nell’esercizio di queste terapie. Per questo la nostra proposta di legge regionale diventa necessaria, sulla scorta di quanto già deliberato in Emilia Romagna, in Friuli e in Provincia di Trento”.

“Purtroppo nel nostro Paese la cannabis sconta una serie di pregiudizi, sia a destra sia a sinistra. Preconcetti superati dalla realtà dei fatti, ma che hanno finito per offuscare gli effetti positivi di questa sostanza dal punto di vista terapeutico – conclude Pastorino -. I cannabinoidi non sono la panacea per tutti i mali, ma con determinate patologie diventano sicuramente utili. La consapevolezza, livello di formazione e informazione degli operatori sono quindi elementi cruciali”.

La proposta di legge targata Rete a Sinistra chiede quindi alla Regione di aumentare l’informazione e la formazione dei medici e degli operatori, per contrastare il rifiuto di prescrizione, per un difetto di conoscenza sugli ambiti nei quali la cannabis può essere utilizzata, ma anche di strutture sanitarie ospedaliere (compresi i centri del dolore, che continuano a non prescrivere Cannabis).

Il primo farmaco a base di cannabinoidi è arrivato sul mercato italiano nel 2013, reso disponibile a carico del Servizio Sanitario Nazionale per l’indicazione clinica della sclerosi multipla, superando così la lunga e costosa procedura d’importazione del passato.

Tuttavia, tra controversie e pregiudizi, in Italia si sa ancora poco sull’uso terapeutico della Cannabis, nonostante diverse regioni lo abbiano ormai autorizzato.

L’utilità della Cannabis nella cura di diversi disturbi e malattie è ormai accertata; l’efficacia è riferita ad alcuni suoi principi attivi, in particolare al Thc (Tetra-Idro_Cannabinolo) e al Cbd (Cannabidiolo), per i quali c’è il maggior numero di dati consolidati, sia dalla ricerca scientifica sia dall’esperienza con i pazienti. Usati in maniera controllata, tali principi attivi hanno dimostrato effetti benefici in molteplici patologie.

Con il d.m. n°98 del 28 aprile 2007, in Italia si riconosce l’efficacia terapeutica del Thc (il principale principio attivo della Cannabis) e di altri due farmaci analoghi di origine sintetica, il Dronabinol e il Nabilone. Di conseguenza, queste sostanze sono state inserite nella tabella II sezione B del decreto del Presidente della Repubblica n° 309/90, oggi “tabella dei medicinali”, ovvero la sezione che, nella classificazione di tutte le sostanze psicotrope, indica quelle che hanno qualità farmacologiche e sono pertanto utilizzabili in terapia.

Nel febbraio 2013 un ulteriore decreto, il n°33/2013, ha riconosciuto la liceità dell’uso farmacologico dell’intera pianta della Cannabis, ammettendo l’uso di farmaci non soltanto di base sintetica ma anche di origine naturale.
Il provvedimento ha ottenuto il parere favorevole dell’Istituto Superiore della Sanità, del Consiglio superiore di sanità e del Dipartimento politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

La Liguria è stata la seconda regione italiana a dotarsi di una legge che rendesse possibile l’accesso a farmaci a base di cannabinoidi per finalità terapeutiche, grazie alla proposta di legge presentata da Sel e Fds e poi approvata all’unanimità dal Consiglio regionale ad inizio agosto 2012, dopo un percorso lungo e partecipato, che ha visto coinvolte anche le associazioni Pic (Pazienti impazienti cannabis), Luca Coscioni e Cannabis terapeutica.

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