Genova. “Le ordinanze non sono le tavole della legge e quindi possono essere modificate”. Lo ha detto il sindaco di Genova Marco Doria al termine dell’incontro con i rappresentanti dei pubblici esercizi del centro storico che oggi sono arrivati in corteo fino a Tursi per consegnare al sindaco le oltre 4 mila firme raccolte per chiedere la modifica dell’ordinanza anti movida che impone la chiusura dei locali all’una in settimana e alle due nei week end. Il sindaco ha ripreso l’espressione del Tar che rigettando la richiesta di sospensiva dell’ordinanza l’aveva definita un “equo contemperamento degli interessi in conflitto” frutto di “un lavoro istruttorio accurato” ma ha spiegato che “ci può essere un lavoro di perfezionamento e affinamento”.
“Mentre ho registrato da altri cittadini valutazioni positive su ordinanza – ha spiegato il sindaco – oggi pur riconoscendo alcune cose positivi come la chiusura alle 21 di quelli che chiamo i falsi bar, mi sono state fatte osservazioni dai commercianti rispetto agli orari che mi porteranno a fare, pur mantenendo i principi dell’ordinanza stessa un ulteriore lavoro di analisi e valutazioni”. Tra le richieste che il sindaco non esclude di prendere in considerazione quella relativa alla trasformazione dell’ora di chiusura” in “sospensione della somministrazione”: i gestori dei locali infatti lamentano il fatto che per poter abbassare la serranda all’una debbano smettere di dar da bere già un’ora prima.
Altre valutazioni riguarderanno probabilmente la “perimetrazione” dell’ordinanza anche se il sindaco ha ribadito che “le ordinanze per essere credibili, non possono estendersi a tutto il territorio”. Il sindaco ha affrontato anche il tema della rivitalizzazione del centro storico: “Questo per me significa da un lato che le persone non mi vengano a dire che non possono più viverci perché non riescono a dormire, dall’altro che la vocazione turistica della città sia sostenuta dai pubblici esercizi con bar aperti anche la domenica pomeriggio”.