Grandi opere

Terzo Valico, Doria: “Bene inchiesta, ma lavori avanti in tempi certi e in sicurezza”

Genova. “Saluto positivamente l’inchiesta sulle Grandi opere, che consente di far emergere elementi di malaffare e corruzione, contro cui l’impegno deve essere costante e totale”. Lo ha detto il sindaco Marco Doria stamani intervistato in diretta dalla pagina Facebook del quotidiano “La Repubblica-Genova”. Un intervento arrivato il giorno dopo l’inchiesta sul Terzo Valico.

“La corruzione purtroppo si annida in molti spazi – ha detto oggi Doria – può riguardare pratiche amministrative e opere molte diverse, rifiuto il ragionamento di chi collega in modo automatico un tipo di opera e la corruzione, che va contrastata sempre e ovunque”.

Il sindaco ha infatti sottolineato che “i collegamenti ferroviari tra Genova e il suo porto con Milano, la pianura
Padana e la Svizzera sono fondamentali e i lavori devono essere completati in tempi certi”.

Anche il Governatore Toti ha espresso preoccupazione sulla continuità dell’opera. “Giustizia vada fino in fondo, ma non bloccate i cantieri”, il commento rilasciato in serata all’agenzia Dire.

Ma, nell’ambito dell’operazione Arka di Noè che ieri ha portato a 14 ordinanze di custodia cautelare, molte delle quali indirizzate a funzionari del Cociv, accusati a vario titolo di concussione, corruzione e turbativa d’asta, c’è anche la tangente che riguarda l’appalto per la galleria finestra di Cravasco, a preoccupare.

Secondo quanto è trapelato, infatti, la galleria potrebbe anche presentare problemi di stabilità, perché non sarebbe stata costruire nel modo migliore, anche se al momento non è stata posta sotto sequestro.

“Se l’inchiesta facesse emergere elementi utili a sollevare dei dubbi sulla qualità dell’opera – ha commentato Doria – bisogna essere serissimi e rigorosissimi nel controllare non solo che l’opera si faccia, ma si faccia presto e bene, sulla sicurezza non ci possono essere mezze misure”.

Ma a sinistra c’è chi la pensa molto diversamente. Antonio Bruno, capogruppo FdS a Tursi, lancia il suo j’accuse contro “il centro sinistra locale che sta zitto”, mentre la Destra “direttamente coinvolta nel basso Piemonte nei Comitati SI TAV fortemente infiltrati e il Governo invocano tempi rapidi per i processi”.

Il problema secondo Bruno non è “qualche mela marcia che va scartata, ma proprio la nascita del Terzo valico che è ammorbata”.

“Al Cociv viene assegnata l’opera senza gara, pochi giorni prima l’entrata in vigore di una direttiva comunitaria che l’avrebbe imposta – scrive Bruno – Il progetto non è stato sottoposto a Valutazione Ambientale Strategica perché aprioristicamente e ideologicamente i governi di centro destra e centro sinistra hanno deciso che è un’opera di interesse nazionale. E’ chiaro che la stessa genesi di questo progetto è fortemente condizionata da poteri anche illegali e pesantemente coinvolta in processi che niente hanno a che fare con trasparenza, buon governo, democrazia”.

“Chiediamo di fermare il progetto e dirottare quei miliardi verso opere più utili in particolare nell’ammodernamento delle linee esistenti che porterebbero agli stessi risultati con meno spreco di denaro pubblico. Mi riferisco alla bretella camerone di Borzoli – linee di Valico, banalizzazione delle linee dei Giovi, il “salto del montone” di Arquata e, soprattutto, al quadruplicamento della linea in val Padana nella zona di Tortona.”.

E anche Rete a Sinistra si fa sentire. Oggi nel mirino non c’è l’utilità delle grandi opere – spiega in una nota Gianni Pastorino – Il tema oggi è il dilagante malaffare che avvelena gli appalti pubblici. Le aziende inquinate, che oggi si stanno mangiando i lavori del Terzo Valico, domani si accaparreranno la realizzazione di scuole, ospedali, strutture di pubblica utilità: non si facciano sconti, va impedito che le iene banchettino ancora“.

E ancora: “in una nota stampa il Cociv ci rassicura e ci fa sapere che i lavori non si fermeranno, non subiranno ritardi e aumenti di costo. Ne prendiamo atto, come ribadiamo che le accuse debbano essere confermate – conclude Pastorino -.  Ma prendiamo atto anche del fatto che il lotto 4 “Cravasco” costerà 295 milioni di Euro: non sia l’ennesimo mercato delle vacche. Per questo rilanciamo le nostre proposte di legge sulla partecipazione e sul codice etico: non ha più alcuna credibilità chi dice che questi provvedimenti non servano a nulla. I sospetti della popolazione erano giusti, è stato dimostrato che il nostro non è facile allarmismo”.

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