Genova. Secondo i primi risultati microscopici effettuati sullo ‘stub’, non ci sarebbero tracce di polvere da sparo sulle mani di Claudio Borgarelli, il nipote di Albano Crocco, al momento l’unico indagato per l’omicidio volontario dello zio, trovato decapitato nove giorni fa nei boschi di Craviasco a Lumarzo. La conferma arriva dalla Procura anche se il Ris di Parma nei prossimi giorni provvederà ad ulteriori e più approfondite analisi.
D’altronde la prova dello stub, non risulterebbe comunque decisiva. Da un lato infatti il prelievo è stato fatto circa 24 ore dopo l’omicidio e Borgarelli avrebbe avuto il tempo di lavarsi bene e più volte le mani, dall’altro se in un secondo momento l’esame risultasse positivo essendo lui proprietario di una pistola (oggi sequestrata insieme un machete, vari coltelli e parecchi indumenti) potrebbe sempre dichiarare di aver sparato nei giorni precedenti anche solo per allontanare un cinghiale dalla sua proprietà.
Nel frattempo i carabinieri hanno visionato le telecamere di sorveglianza della sua abitazione che immortalano l’arrivo di Albano Crocco che parcheggia l’auto e si dirige verso il bosco a cercare funghi.
Nelle immagini compare, in un momento diverso anche lo stesso Borgarelli, ma sul contenuto dettagliato dei frame gli investigatori mantengono uno stretto riserbo e si limitano a dire che “ci sono elementi interessanti”.
Gli esiti degli accertamenti arriveranno nei prossimi giorni, mentre si attende l’esito dell’esame delle telecamere di sorveglianza che dovrebbero analizzare la veridicità degli spostamenti dichiarati da Borgarelli ai carabinieri.