Genova. Comincerà lunedì al Ris di Parma l’esame del dna per confrontare quello prelevato a Borgarelli con le tracce che l’assassino potrebbe aver lasciato sul giubbotto di Albano Crocco quando il suo corpo, già decapitato è stato trascinato per un centinaio di metri e poi gettato in un dirupo.
La formula è quella dell’accertamento irripetibile chiesto dal sostituto procuratore Silvio Franz e di cui sono stati avvisati gli avvocati della parte offesa, vale a dire la famiglia del pensionato, e l’avvocato di Borgarelli che potranno far partecipare all’esame un proprio consulente tecnico. “I risultati dell’esame non saranno immediati” si limitano a dire gli investigatori. Sempre da lunedì il Ris esaminerà eventuali tracce del dna di Crocco sui reperti sequestrati a Claudio Borgarelli.
Gli investigatori non escludono di trovare tracce di dna anche sotto le unghie di Crocco che potrebbe aver graffiato, anche solo lievemente, il suo assassino prima di essere ucciso. E’ ormai chiaro, come è emerso dall’autopsia, che Crocco ormai a terra, ferito dal colpo di arma da fuoco caricata a pallini, abbia tentato di difendersi. Per questo due colpi di machete gli hanno quasi mozzato una mano prima che i fendenti mortali gli tagliassero la testa.
E proprio le ricerche della testa del pensionato non sono ancora state abbandonate. Claudio Borgarelli, fra l’altro, resta al momento l’unico indagato ed è accusato non solo di omicidio volontario ma anche di sottrazione e soppressione di cadavere.