La strigliata

Regazzoni: “Caro Pd, diciamo una cosa di sinistra: tolleranza zero per i delinquenti”

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Genova. “Don Paolo Farinella ha denunciato che ‘Genova è in mano a pochi strafottenti, a chi disprezza monumenti e bene comune, a chi arreca danni irreparabili ed è certo di farla franca perché chi si sgola a difendere la legalità è solo un cretino’. Come dargli torto? Ma non basta solidarizzare con chi pensa giustamente che Genova, dalle periferie al Centro storico, abbia un problema di legalità e sicurezza. In tema sicurezza, a Genova, serve una rivoluzione culturale e politica. Che fino ad oggi la sinistra non è stata in grado di mettere in atto, a causa di vecchie remore ideologiche – la sicurezza sarebbe un tema di destra! –, perdendo così sempre di più il contatto con la parte migliore della città: con i cittadini perbene”.

A dirlo è Simone Regazzoni. “Ora basta chiacchiere, dibattiti infiniti e, soprattutto, giustificazioni sociologiche verso chi minaccia la sicurezza della città. Servono parole chiare, decisioni forti e fatti. Mi rivolgo al mio partito, il Pd genovese: batti un colpo sulla sicurezza. Se sarò io il candidato Sindaco per il centro-sinistra, al primo punto del programma ci sarà: Genova città sicura, dalle periferie al centro”.

“E’ tempo – continua – di dire una cosa nuova di sinistra: tolleranza zero verso chi delinque e difesa delle persone perbene, in particolare dei più deboli. Ma dobbiamo intervenire subito, perché ci sono zone della città, da Sampierdarena al Centro storico, in cui la vivibilità non è più garantita, anche se il Sindaco Doria non sembra rendersene conto. La tolleranza zero è di destra? No. La tolleranza zero è la difesa concreta, attraverso la legge, dei diritti dei più deboli. La tolleranza zero verso ogni forma di trasgressione della legge, intesa come intransigenza verso chi delinque, è la condizione perché si possa tornare a vivere bene e con serenità nella nostra città. La tolleranza zero è la garanzia dei diritti di chi la legge la rispetta. O qualcuno pensa che tollerare furbi, furbetti e malfattori sia una cosa di sinistra?
E questo vale anche per reati considerati “minori”, come i “graffiti” sugli edifici pubblici. Don Farinella ha denunciato che dieci giorni dopo il restauro della chiesa di San Torpete (costo: 500mila euro) alcuni vandali hanno deturpato la facciata dell’edificio. Nonostante le telecamere, dopo quattro mesi non si sa ancora nulla. Questo è inaccettabile. E non si venga a dire che ci sono problemi più importanti: una città che tollera di essere deturpata è una città che favorisce il degrado della propria vita civile e la delinquenza. E’ la teoria delle finestre rotte: le persone, vedendo una finestra rotta che non viene riparata, si abituano al degrado e alla mancanza di regole che stimolano la delinquenza”.

“Serve tolleranza zero – conclude – per chi deturpa la bellezza della nostra città. I vandali che offendono il bene comune devono essere individuati (e non è così difficile) e sanzionati. Fine del giustificazionismo e del lassismo che pesano sempre sulle spalle delle persone perbene. Caro Pd, dobbiamo tornare a difendere i più deboli, il decoro, i beni comuni. In che modo? Con una proposta concreta. Quella che Sala ha fatto per Milano: riorganizzazione della polizia locale sul modello della polizia di comunità. Si tratta di un modello nato per riportare la polizia nella società, a diretto contatto con le esigenze quotidiane delle persone. La polizia di comunità è una “polizia che agisce insieme alla comunità”, in una cooperazione tra polizia e cittadini perbene, che hanno voce in capitolo nell’individuare le priorità per le attività di polizia. La stessa educazione dei residenti in merito a misure e comportamenti che possono limitare la possibilità di rimanere vittime di reati è parte dell’idea di polizia di comunità. Figura centrale della polizia di comunità è l’agente che opera nel quartiere e stabilisce un rapporto di scambio e collaborazione con i cittadini. Ripartiamo da qui per far rinascere Genova”.

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