No alle contrapposizioni

Bimba al Gaslini, il dottor Ferrando ammonisce: “Meglio dieta vegana o alla belin di cane?”

tortino di verdure, menu vegetariano

Genova. Meglio una dieta vegana o una fatta male, o per la dirla alla genovese, alla “belindicane”? Il dottor Alberto Ferrando, presidente dell’Associazione dei pediatri liguri, conosciuto dalle mamme di tutta Genova, il giorno dopo il caso della bambina ricoverata al Gaslini, prova ad approfondire il tema con un post ad hoc sul suo blog, dopo il clamore suscitato ieri dal caso, rimbalzato agli onori delle cronache nazionali.

E lo fa con una provocazione, sottolineando, a bocce ferme, le “polemiche inutili, basate soprattutto su non conoscenza e sul preconcetto e sul poco rispetto associato, spesso, ad autoritarismo”.

La non conoscenza è generale, avverte Ferrando: dei genitori “che dietro alla spinta del ritorno alla natura praticano una dieta “fai da te” squilibrata e dannosa per mancanza di alcuni nutrienti”, e anche di chi, magari anche fra gli operatori sanitari, “si lancia in filippiche contro i vegani contribuendo a creare due fazioni una contro l’altra armata”.

E poi c’è anche un’altra non conoscenza, punto centrale del ragionamento di Ferrando e di molti pediatri interpellati sul caso, quel “non voler vedere come mangiano male molti bambini e che, al contrario, secondo i genitori, mangiano normalmente”. Cibo preconfezionato, bevande edulcorate, frutta e verdura al bando. Basti pensare all’epidemia di obesità e – ricorda Ferrando – l’hot dog tra gli alimenti che più frequentemente causano il soffocamento dei bambini.

Tornando a quanto è accaduto “dobbiamo evitare che accada nuovamente e mi paiono molto limitati i punti di vista degli intransigenti (frequenti tra gli operatori sanitari) – spiega ancora Ferrando in un post ad hoc – Brutta cosa essere estremisti anche perché si corre il rischio che i genitori non comunichino al pediatra, per il timore di giudizi, di critiche. Possiamo non condividere certe scelte, ma non è dalla contrapposizione che si aiutano le persone. E basta veramente poco per evitare danni. Forse, anzi sicuramente, è più facile integrare una dieta vegana che ricominciare a far mangiare adeguatamente un bambino abituato a mangiare il suo cibo “spazzatura”.

Cosa fare? “Dialogare senza preconcetti – dice ancora il pediatra – Parlare di più di alimentazione e, anche se sono già stato criticato, trovare il modo di informare il pediatra della adozione di una dieta vegana. Per questo motivo finora a Genova abbiamo proposto di accettare nella mensa del Comune diete vegane su presentazione di certificazione medica”.

Ma il Ministero ha detto di no alla certificazione. “Ebbene, sostituiamola con la conoscenza. Singolare il fatto che a noi pediatri chiedono certificati, inutili, per tutto, e poi si fa battaglia per una certificazione conoscitiva, fatta non per criticare o discriminare – conclude Ferrando – ma per essere sicuri che il pediatra è informato e può attuare quelle minime correzioni per evitare problemi, come è avvenuto nella vicenda di ieri”.

La bimba di un anno ricoverata al Gaslini per una grave carenza di vitamina B12 sta meglio ma la sua degenza sarà lunga.

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