Genova. Il Cda di Banca Carige ha approvato il piano strategico 2016/20 per il rilancio dell’istituto che la Bce aveva chiesto di presentare entro il 30 giugno. Il piano segna l’inizio dell’era Malacalza. Il primo azionista di Carige aveva già iniziato a dare la propria impronta all’istituto genovese nei mesi scorsi sostituendo il presidente e l’ad e respingendo la proposta del fondo Apollo che voleva prendere il controllo attraverso l’acquisto dei crediti deteriorati. Ultima mossa, l’avvio di una azione legale nei confronti del precedente management e del fondo Apollo per una richiesta danni relativa alla vendita delle assicurazioni.
Carige conta di vendere circa 1,8 miliardi di Npl tra il 2016 e il 2017. Entro la fine del 2016 prevede infatti la “dismissione di una o più tranche per un ammontare di circa 900 milioni, tramite processo competitivo” e la “dismissione di un secondo portafoglio di circa 900 milioni nella seconda metà del 2017 in base alle condizioni di mercato”. A fine marzo i deteriorati netti ammontavano a 3,9 miliardi di euro.
La cessione dei portafogli “avverrà esplorando tutti gli strumenti ad oggi disponibili e sviluppando una modalità di dismissione ricorrente al fine di ridurre l’impatto di nuovi ingressi sullo stock di sofferenze”, spiega la banca in una nota. Il piano prevede un rafforzamento dell’unità dedicata alla gestione degli Npl, che sarà potenziata di 60 risorse per migliorare le capacità operative. A seguito del piano di dismissione degli Npl e degli ulteriori accantonamenti su crediti previsti nel secondo trimestre 2016 (circa 4-5 punti di coverage) “è stata ipotizzata la riduzione del requisito regolamentare del Cet 1”. Il rafforzamento del bilancio, conclude la banca, passerà anche attraverso il miglioramento del mix delle fonti di finanziamento, che contribuiranno a diminuire il costo medio del funding. La banca prevede infine di partecipare al programma T-Ltro 2 della Bce fino a 3,4 miliardi e l’incremento delle emissioni di strumenti di debito wholesale.
Carige prevede di arrivare al 2020 con 163 milioni di utile. Il risultato netto intermedio nel 2018 è atteso a quota 68 milioni. Il 2015 si era chiuso con una perdita di 102 milioni. I pilastri su cui si basa la nuova strategia sono il rafforzamento del bilancio, l’aumento dell’efficienza; la rifocalizzazione della banca e la rinnovata offerta commerciale ai clienti. Mentre il rafforzamento del bilancio passa, in primis, tramite la cessione di Npl che costerà una perdita del 10%, l’aumento dell’efficienza avverrà tramite una serie di misure tra cui la chiusura di 106 filiali entro la prima parte del 2017. Complessivamente gli sportelli scenderanno da 606 a quota 500 unità.