Allarme

San Quirico, sversamento idrocarburi nel Polcevera: al vaglio ipotesi di reato fotogallery

Genova. Ancora una notte di paura in Valpolcevera, a due settimane esatte dal disastro ambientale di Fegino. Di nuovo uno sversamento nel Polcevera, questa volta non petrolio, ma probabilmente benzina, in quantità definita “modesta”, centinaia di litro invece delle diverse centinaia di metri cubi riversati nei rii Pianego, Fegino e poi Polcevera, dopo la rottura dell’oleodotto Iplom la sera del 17 aprile scorso.

E anche ieri sera l’allarme è scattato in serata: i vigili del fuoco di Genova sono intervenuti alle 19.45 circa a San Quirico, altezza del ponte Tullio Barbieri, per un forte odore di benzina. Sul posto, lo scenario era: una macchia di idrocarburi lungo il torrente Polcevera. Immediata la macchina dei soccorsi: la prima partenza della centrale, la squadra di Bolzaneto, il carro NBCR (Nucleare, Biologico, Chimico, Radioattivo), il Comandante VVFF e un funzionario di guardia. Seguiti da Arpal, Polizia Locale, Carabinieri, Guardia Costiera, Protezione Civile, il Presidente della Regione, l’Assessore comunale alla Protezione Civile, Gianni Crivello e il sindaco Marco Doria. A sorpresa anche la visita del ministro Galletti, già in Piemonte per una iniziativa.

Ispezionati i vari canali di scolo e le tombinature i pompieri hanno posto panne assorbenti e liquido schiumogeno per evitare il rischio di incendio e limitare le esalazioni. I lavori sono continuati tutta la notte.

Stamani la zona è costantemente monitorata, i vigili del fuoco controllano che la schiuma persista per evitare l’infiammabilità, così come si continua a cercare l’origine, ancora sconosciuta, della perdita. Lo sversamento si è ridotto, la popolazione è stata subito rassicurata già da ieri sera:, non c’è pericolo, la perdita, fortunatamente, è stata limitata. Proseguono le indagini per capire l’origine. Resta ancora da capire infatti se la benzina sia stata persa accidentalmente da qualche deposito o da qualche autocisterna, o se lo sversamento sia stato doloso, ipotesi più accreditata: qualcuno potrebbe avere riversato il liquido nel torrente, che in quella parte è tombato, dopo avere lavato un’autocisterna. Da un primo esame, infatti, la sostanza
sembrerebbe composta da idrocarburi e solventi usati proprio per il lavaggio delle autocisterne.

“Aspettiamo di ricevere le relazioni di chi è intervenuto sul posto e poi valuteremo se vi sono ipotesi di reato”, ha detto il procuratore capo facente funzioni Francesco Cozzi.

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