Liguria. Numeri a doppia cifra. Purtroppo non raccontano l’aumento degli occupati, ma quello dei voucher venduti ed utilizzati nel primo trimestre del 2016. Nuova frontiera della precarietà, dopo la liberalizzazione, hanno conosciuto un vero e proprio boom: in questo primo scorcio di anno si è arrivati a 1.027.794, con una crescita del 51,2% rispetto al 2015. E’ questo il dato che emerge dal convegno “I voucher: nuova frontiera di precarietà” organizzato dalla Cgil.
“I voucher sono lavoro precario e lavoro povero senza diritti”, denuncia il segretario generale Cgil Liguria Federico Vesigna. Perciò la Cgil sta portando avanti una raccolta firme a livello nazionale per un referendum abrogativo sui voucher insieme a una proposta di legge per istituire la Carta universale dei diritti dei lavoratori”.
In Liguria, gli ultimi dati Inps disponibili (riferiti al 2015) rilevano in 48.333 i lavoratori impiegati con i voucher, in crescita del 52,7% sul 2014 per una media annua di 11 mila occupati. I maggiori percettori sono i giovani tra i 20 e i 24 anni (18,44%) e comunque il 37,6% dei voucher riscossi ha riguardato gli under 30.
Il settore dove i voucher sono maggiormente usati è quello delle cosiddette “altre attività” (manifatturiero e le pubbliche amministrazioni) che valgono il 34,1% del totale dei buoni riscossi e crescono di ben il 143,7% sul 2014, seguite dal commercio (22,3%), dal turismo (19,8%) e dai servizi (13,5%).
“Il voucher rappresenta un progressivo processo di erosione del perimetro del lavoro contrattualizzato – sintetizza il segretario generale della Camera del Lavoro di Genova Ivano Bosco – La Cgil ha un’altra idea di Paese e vuole usare tutti gli strumenti democratici a disposizione per provare a cambiarne la politica sul lavoro. Il fine della Carta dei Diritti Universali è rinnovare il lavoro tutelandone la qualità ed i diritti. La Carta non è una piattaforma sindacale, è una proposta di legge per riconoscere ad ogni lavoratore indipendentemente dal contratto gli stessi diritti e le stesse tutele”.