Genova. L’obiettivo è particolarmente ambizioso, riuscire a catalogare almeno 10 milioni di persone tra quelle partite da Genova e Cisei, il Centro Internazionale Studi Emigrazione Italiana, che ha festeggiato i suoi primi 10 anni di attività, sembra avvicinarsi a grandi passi verso questo risultato che permetterà di valorizzare questo grande patrimonio culturale.
Per adesso, infatti, sulla pagina web si possono già trovare 5 milioni di nomi e altrettanti sono in fase di caricamento. “Quando abbiamo iniziato questa attività la prima cosa che abbiamo fatto è stata quella di iniziare a costruire un archivio degli emigrati italiani – sottolinea il Presidente, Fabio Capocaccia – che non esisteva. Abbiamo quindi cominciato ad aprire i rapporti internazionali, perché i nomi si trovano meglio catalogati nei porti di arrivo e li abbiamo messi a confronto con quelli che abbiamo trovato in Italia”.
Un lavoro che ha premiato Cisei, visto che, solo nel 2015 sono stati 200mila i visitatori unici del sito, e la maggior parte delle consultazioni arriva dall’estero e che vedrà nascere un mueso nazionale dell’emigrazione, lanciato nei mesi scorsi dal ministro della Cultra, DarinFranceschini, una sorta di “Ellis Island Italia” per ricostruire i movimenti dei popoli di ieri e di oggi”.
“In passato erano gli italiani che si muovevano verso l’estero, oggi ci sono i cittadini extracomunitari che si spostano verso i nostri paesi, ma anche i giovani italiani, che cercano fortuna all’estero e quindi c’è ancora un forte movimento delle popolazioni – conclude Capocaccia – che vale la pena di continuare a ricostruire”.
Un museo nuovo, in continuità con i temi già portati avanti dal Galata Museo del Mare e che troverebbe la sua collocazione ideale a ridosso del porto. “La sede più naturale su cui si sta già lavorando dal punto di vista progettuale – spiega il Sindaco Marco Doria – e’ in una delle palazzine della Darsena, vicino al Mare del Mare, per dare una continuità espositiva organica e compatta”.
Un’ipotesi che allontana la possibilità di traforare a museo la palazzina “hennebique” anche perché, ha spiegato il sindaco, se si vuole fare qualcosa di concreto bisogna pensare agli spazi, al materiale che si ha a disposizione, ma anche ai costi di gestione.