Sestri Ponente. Alessandro Fontana si è fermato ad appena 18 anni, all’incrocio tra via Giotto e via Borzoli. Era il 2 dicembre 2014 e le ruote di un camion non gli diedero scampo: venne agganciato, travolto e ucciso, mentre stava per salire sul suo motorino.
Un anno e mezzo dopo quei parcheggi non ci sono più, eliminati tardivamente perché troppo pericolosi; la sicurezza neppure. Sta per finire un altro anno scolastico e le centinaia di ragazzi che frequentano gli istituti della zona continuano ad aspettare che i tir passino altrove.
L’ordinanza che stoppa i mezzi pesanti in alcune fasce orarie non basta agli abitanti della zona, che oggi hanno bloccato il traffico proprio all’incrocio della morte. Minacciano di farlo ancora, domani e nei giorni seguenti, perché si torni ad affrontare la questione sicurezza.
“La galleria tra Borzoli ed Erzelli – accusa Franca Bolognini, madre di Alessandro – non è ancora pronta. Sono 545 giorni che vedo ritardi, 545 che nessuno, neanche il Comune, si fa sentire con noi. Come si fa a far girare un tir di 18 metri qui?”.
Non è solo il Comune a mancare, però. “Domani a Medicina si riunirà la commissione per assegnare la prima borsa di studio dedicata ad Ale, doveva nascere dal risarcimento assicurazione, da cui non è arrivato niente. Ci pensiamo noi, la sua famiglia”.
C’è commozione all’incrocio, ricordando ancora una volta Alessandro, ma anche determinazione. “Il prossimo anno – conclude la madre del ragazzo – il vicesindaco Bernini farà campagna elettorale in questa zona. Io sarò al suo fianco ad ogni passo, per ricordargli questa situazione”.