Genova. Si comincia alla fine dell’anno con le zone gialle e verdi individuate dal Conai, che vedranno una vera e propria rivoluzione nel sistema di raccolta dei rifiuti con l’attivazione di un sistema di raccolta domiciliare porta a porta. Si tratta in pratica, dei quartieri dell’estremo ponente di Genova, del medio levante, in parte della Valpolcevera e di tutte le zone segnate in giallo.
Nel 2018 si arriverà alle zone arancioni e nel 2019 a quelle rosse tra cui il centro storico di Genova: per queste due tipologie di zone non ci sarà una raccolta porta a porta ma un sistema di cassonetti intelligenti dove la quantità di rifiuti indifferenziati (e anche organici) conferiti saranno misurati per applicare poi una tariffazione puntuale.
“I tempi sono strettissimi e dovremo correre” spiega Luca Piatto del Conai che questa mattina ha presentato il piano e che ha ammesso che “la situazione di Genova ci ha lasciato un po’ con l’amaro in bocca perché speravano di poter utilizzare il porta a porta in una percentuale di città molto più ampia”. Sono infatti 120 mila i cittadini che usufruiranno del porta a porta a partire dal prossimo anni e verso i quali Amiu attiverà una massiccia campagna di informazione con l’ausilio di 60 operatori.
Quanto cosa tutta l’operazione? In dettaglio ancora non si sa. L’unico dato ufficiale è quello del costo dei nuovi cassonetti: “Quindici milioni di euro per tutta la città e che saranno ammortizzati in circa 5 anni” spiegano i responsabili del Conai.
Se il piano-rivoluzionario parte a fine anno, già a fine giugno il porta a porta arriverà a Colle degli Ometti e Quarto alta, in base a quanto Amiu aveva già studiato prima dell’affidamento al Conai. “Sono contento perché è stato fatto un ottimo lavoro – ha detto l’assessore comunale all’Ambiente Italo Porcile – si tratta di obiettivi ambiziosi ma credo che la città sia pronta e con questo piano è più pronta anche l’amministrazione”.