Genova. “Iren compensa i cattivi risultati dei settori che agiscono su mercati concorrenziali, elettricità, gas che sono in difficoltà, spremendo gli utenti dei monopoli (acqua, rifiuti), le cui tariffe devono coprire tutte le spese del servizio”. E’ la denuncia di Antonio Bruno, capogruppo Fds a Tursi, sulle tariffe e sul giro d’affari di Iren.
“Gli utenti (pardon clienti) – spiega Bruno – non possono in nessun modo difendersi perché non hanno possibilità di scelta, mentre i nostri “rappresentanti” promuovono gli interessi privati”.
In particolare, aggiunge il capogruppo “Mediterranea delle Acque nel 2015 ha dato a Iren 20,6 milioni di dividendi (quasi un quinto dell’intero utile di Iren) pur avendo un fatturato che è solo un venticinquesimo di Iren”.
I genovesi pagano cioè un tributo, dato il servizio obbligatorio (comprende anche l’allaccio alla fognatura e le spese di depurazione).
“L’utile realizzato dal gestore dipende da una decisione politica, cioè dalla tariffa che è decisa dall’assemblea dei sindaci (in buona parte, per Mediterranea delle Acque: dal sindaco di Genova). La tariffa cresca ogni anno, questo è il segreto del buon risultato di Iren, che lo ammette nella sua presentazione: “Water networks: Synergies achievement together with positive tariff trend and…”(pagina 7)”.
Quanto all’interesse della multiutility per Amiu “Sembra che sia Iren a aiutare Amiu, sarà invece AMIU a aiutare Iren portando i suoi rifiuti negli inceneritori mezzi vuoti di Torino e Parma e garantendo con la tariffa dei rifiuti utili ulteriori ai fondi speculativi o meno della multiutility. Insomma – conclude Bruno – siamo di fronte all’ennesima svendita di un patrimonio pubblico saccheggiato e deprezzato dagli amministratori, d’intesa con i poteri forti che governano città e regione”.