Liguria

Pesca, l’assessore Mai chiede incontro urgente a Ministri Gentiloni e Martina

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Genova. “Ho chiesto con nota formale al ministro degli Affari esteri Gentiloni e al sottosegretario alle politiche alimentari e forestali con delega alla Pesca Castiglione un incontro congiunto con le Regioni Toscana e Sardegna per evidenziare le ricadute sull’attività di pesca dell’accordo del 21 marzo 2015 e per chiedere che non sia ratificato dal governo italiano, consentendo l’accesso nelle acque della Zona economica esclusiva francese a tutte le imbarcazioni italiane, in primis a quelle liguri che ne costituiscono la parte maggiore, che storicamente svolgono l’attività di pesca nell’areale in questione”.

Lo ha annunciato oggi l’assessore regionale alla Pesca Stefano Mai in consiglio regionale rispondendo a un’interrogazione del capogruppo Piana in merito al sequestro, dello scorso 13 gennaio, del peschereccio Mina. “Se non fosse consentita una deroga alla pesca nella cosiddetta fossa dei gamberoni ai pescherecci liguri – ricorda l’assessore Mai – i danni per i nostri operatori sarebbero incalcolabili, penalizzando enormemente un settore di antica tradizione: almeno 14 imbarcazioni, il 20% della flotta totale ligure, vedrebbero una drastica contrazione della propria attività, oggi concentrata sul gambero rosso”. Le conseguenze, qualora fosse ratificato l’accordo senza deroghe di pesca, non riguarderebbero solo i pescatori di gamberi, ma l’intero comparto. L’assessore Mai ha ricordato che “tutte le imbarcazioni dedite alla pesca dei grandi pelagici, in particolare il pesce spada, non potranno più praticare questa attività nella zona di acque internazionali compresa tra la Francia e la Corsica, nota come un’area di estremo interesse per la pesca in quanto si concentrano importanti stock ittici. Questa zona di pesca viene utilizzata, fino a oggi e da lungo tempo, dall’intera flotta ligure che pratica la pesca al pesce spada con 50 imbarcazioni. Oltre alla flotta ligure, il divieto di pesca interesserebbe anche le marinerie toscane e sarde e, più in generale, le flotte tirreniche”.

“Se si tiene conto della consistenza della pesca professionale ligure costituita da 520 barche – spiega l’assessore Mai – si può prevedere che l’entrata in vigore dell’accordo comporterebbe rilevanti penalizzazioni per oltre il 15% del settore, senza la possibilità di fornire alternative. Inoltre, tenuto conto che l’accordo coinvolge anche le flotte toscane, sarde e, seppure in misura minore, anche altre marinerie tirreniche, non è fuori luogo prospettare il verificarsi di un problema di rilevanza nazionale. Pertanto è urgente che i ministri competenti convochino un tavolo per dare chiarimenti e per valutare i contenuti di un trattato che, se fosse validato così com’è oggi, penalizzerebbe un comparto irrinunciabile per la nostra economia regionale e per le nostre tradizioni enogastronomiche anche in chiave turistica”.

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