Genova. Lunedì prossimo sciopereranno e scenderanno in piazza soltanto i lavoratori dell’Ilva aderenti alla Fiom, ma non quelli di Fim e Uilm.
I due sindacati hanno spiegato questa mattina la loro posizione dopo l’assemblea in fabbrica con i loro iscritti, segnando le distanze con la Fiom-Cgil. “Non facciamo la ruota di scorta della Fiom – afferma Rocco Genco, della Rsu
della Fim-Cisl – L’emendamento di Lorenzo Basso che consente ai dipendenti dell’Ilva di mantenere fino al 30 settembre il 70% della retribuzione (invece di scendere al 60% come prevederebbe il Jobs act) e di fare ricorso ai lavori di pubblica utilità è una risposta concreta alle questioni poste dal sindacato”, sottolineano il segretario della Uilm Antonio Apa e della Fim-Cisl Alessandro Vella.
E per quanto riguarda l’Accordo di programma, che nel 2005 aveva consentito la chiusura delle lavorazioni a caldo dell’Ilva di Cornigliano mettendo rigidi paletti sulla continuità occupazionale e di reddito: “Nessuno lo mette in discussione. Non risulta che qualcuno lo abbia fatto, anzi è servito per l’emendamento”.