Politica

Selex, Lunardon (Pd): “Regione difenda l’occupazione”

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Genova. La riorganizzazione di Selex, in particolare la paventata dismissione del settore della Monetica che si occupa di sistemi di tariffazione ad alta automazione con contratti in tutta Italia e anche all’estero, e il futuro di Finmeccanica anche alla luce dei recenti cambiamenti nell’assetto societario sono state al centro del dibattito svoltosi ieri in Consiglio regionale grazie a un’interrogazione presentata e discussa in aula dal Consigliere Giovanni Lunardon a nome del Gruppo del PD.

“Finmeccanica – ha argomentato Lunardon – ha annunciato che procederà alla scomposizione delle attività di Selex in 4 divisioni business, processo che rischia di comportare la ricollocazione di almeno 150 dipendenti e, in particolare, la dismissione di un intero ramo aziendale come il settore Monetica. Si tratta di un settore di particolare eccellenza, che si occupa di sistemi di tariffazione automatica, come le smart card, e più in generale di pagamento elettronico, per esempio per parcheggi e ingressi a musei, con una trentina di addetti con competenze specializzate e con clienti in tutta Italia e anche all’estero”.

Prosegue Lunardon: “Abbiamo chiesto di conoscere il giudizio della Giunta sulla riorganizzazione di Selex, dato che le conseguenze e le ricadute locali non appaiono definite, e di sapere quali azioni intende mettere in campo per garantire il futuro dei lavoratori e delle loro famiglie. Pensiamo che la regione, così com’è stato in passato, debba esercitare un ruolo di primo piano per controllare queste trasformazioni e volgerle a favore del territorio ligure”.

“L’assessore Rixi – aggiunge ancora Lunardon – ci ha assicurato che la salvaguardia dei livelli occupazioni è l’obiettivo prioritario dell’azione della Regione. Come Gruppo PD invitiamo la Giunta a monitorare la situazione con particolare attenzione, inserendola anche nel più ampio contesto delle trasformazioni in atto in Finmeccanica. E’ chiaro che l’azienda deciderà in autonomia, ma la Regione non può stare a guardare. Siamo convinti che un processo di questa natura e di questa ampiezza non possa avvenire senza un adeguato coinvolgimento di Enti locali e sindacati. Ne va del futuro del più grande complesso industriale della nostra regione”.

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