Mobilitazione

Porto di Pra’, scatta la petizione contro l’ampliamento. M5S: “Salviamo il litorale”

Pra', container

Pra’. Il Ponente genovese dice basta all’ennesimo ampliamento del porto di Pra’. Lo fa con una petizione, depositata in queste ore sulla piattaforma change.org dal MoVimento 5 Stelle Liguria, per salvare il litorale da ulteriori riempimenti e ampliamenti del bacino portuale.

“L’ampliamento del porto è solo utile alle tasche di pochi terminalisti, la città non ci guadagnerebbe nulla – spiega Alice Salvatore, portavoce M5S in Regione Liguria – Noi cittadini perderemmo invece l’accesso al mare e l’ultima spiaggia del ponente genovese! C’è molto spazio inutilizzato nel porto: usiamo quello anziché deturpare il litorale”.

La petizione, indirizzata al neo commissario dell’Autorità Portuale Pettorino, al sindaco Doria e al governatore della Regione Toti, passa in rassegna i numeri, impietosi, degli ultimi vent’anni di porto a Pra’. “Nato nei primi anni ’90, costruito a ridosso del centro abitato – si legge – il porto conta circa 680 dipendenti diretti più l’indotto, per circa 1400 persone, meno di un terzo delle promesse fatte. L’impatto ambientale che ne è derivato è stato devastante sotto molti punti di vista: inquinamento acustico e atmosferico, degrado per i quartieri direttamente impattati e un danno patrimoniale per migliaia di cittadini”.

Nel 2013 i cittadini bocciarono un progetto che avrebbe impattato pesantemente su Pegli. A distanza di due anni, l’Autorità Portuale propone un altro progetto che prevede ulteriori riempimenti (300.000 mq) e un prolungamento della diga di circa 800 metri verso ponente (Voltri).

“Uno scenario che avrebbe un impatto devastante sulle ultime spiagge rimaste a ponente, in un territorio già martoriato, sacrificato sull’altare del gigantismo navale contro cui il MoVimento 5 Stelle si è battuto in tutte le sedi istituzionali. Il riferimento è, in particolare, alle mega porta-container che stanno creando scompiglio e danni ai porti e alle coste di tutto il mondo. “Un fenomeno questo – si legge ancora nella petizione – imposto dai grandi armatori che, al fine di arricchirsi sempre di più e ottenere un monopolio dei traffici, investono in navi sempre più grandi”.

I quartieri del ponente, un tempo lidi di pregio, in pochi decenni hanno dovuto cedere tutto: il mare, l’ambiente, la qualità della vita, la propria dignità. “A conti fatti – riflettono i cittadini – il porto di Prà ha preso dal territorio molto di più rispetto a quello che è stato capace di restituire. I cittadini genovesi non ne traggono nessun vantaggio o beneficio, al contrario dei Terminalisti e l’Autorità Portuale…”.

La petizione si chiude con un accorato appello a tutte le istituzioni locali coinvolte, da Palazzo Tursi alla Regione, passando per l’Autorità Portuale genovese, che in questi giorni ha visto l’addio di Luigi Merlo, il dominus che, di fatto, ha dato l’avvio al progetto per l’allargamento del bacino di Ponente.

“Proprio per la sua natura, costruito a ridosso del centro abitato senza alcun rispetto dei cittadini, per la conformità complessa del nostro territorio, per l’impatto ambientale che ha inevitabilmente comportato, tutelando allo stesso tempo tutti i lavoratori dell’area portuale in oggetto, oggi, i cittadini del ponente (da Multedo-Pegli e Pra’ a Voltri-Vesima) dicono BASTA a qualsiasi riempimento, allargamento e modifica dell’attuale diga del porto di Pra’, sia verso est, sia verso ovest che a sud, né ora né mai”.

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