Genova. Avevano le stellette come i militari, e la stessa divisa ma gli “ufficiali postali” della grande guerra ricoprivano un ruolo fondamentale tra i soldati in trincea.
Ne raccoglievano le paure, le confessioni, l’orgoglio per una vetta conquistata, e li trasformavano in parole da mandare ai genitori o alla fidanzata, in qualche paese lontano.
La loro arma era una penna, o meglio, un pennino intinto nell’inchiostro, e il campo di battaglia era l’ufficio, uguale, nella sostanza, a quelli presenti nel regno, solo che era composto da scatoloni che contenevano tutto il necessario per la corrispondenza, dal bilancino ai timbri, allo spago per gli imballaggi più complicati.
E un vero ufficio postale della prima guerra mondiale, grazie ai materiali dell’archivio storico, e’ stato ricostruito nello “spaziofilatelia” delle poste centrali di Genova e si può visitare, in questi giorni, durante gli orari di apertura degli sportelli.
Carla Amadei, responsabile dell’ufficio, ci guida a conoscere la storia affascinante di questi soldati impegnati in una “guerra di parole” sul fronte della prima guerra mondiale.