Storie blucerchiate

“Album dei ricordi blucerchiati”: Gianni Invernizzi, la classe operaia in paradiso

Il centrocampista ha lasciato impresso in modo indelebile il suo nome nella storia della Sampdoria

Gianni Invernizzi

Genova. La prima volta che l’ho visto “dal vero”, è stato nella primavera del ’90, ad Arenzano… insieme a Stefano Maccoppi, era venuto a far visita all’ex medico del Como di qualche anno prima, a sua volta gradito ospite di un mio cugino.

L’impressione fu quella di aver conosciuto due persone normali, fuori dagli schemi stereotipati del giocatore di calcio professionista… due ragazzi “acqua e sapone”, di quelli che vorresti avere come amici.

Gianni Invernizzi, di lui stiamo parlando, era arrivato alla Sampdoria, proprio dal Como, da meno di un anno, in veste di gregario, a dare supporto ai centrocampisti da fatica (Pari, Katanec, Victor), ma in grado anche di far prendere fiato a quelli più tecnici (Cerezo, Dossena, Salsano) e da lì a pochi giorni, sarebbe andato a vincere il primo trofeo internazionale della Samp, scendendo in campo, a Goteborg, da titolare, nella finale della Coppe delle Coppe contro i belgi dell’Anderlecht, preferito da Vujadin Boskov al “Popeye”Attilio Lombardo (poi subentratogli al 53°), anche lui indovinato acquisto di stagione, prelevato ad inizio campionato da un’altra provinciale di lusso, la Cremonese, da dove il presidente Paolo Mantovani aveva già pescato Luca Vialli e Fulvio Bonomi.

Come detto, Invernizzi arrivava dal Como, quasi una “succursale” del Doria, tanta era l’intensità con cui il super presidente attingeva “a piene mani” sulle sponde del Lario… l’autostrada che – da “quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti” – porta a Genova, era già stata percorsa da Pietro Vierchowod, Roberto Galia, Moreno Mannini, Gianfranco Matteoli, Luca Fusi… fateci caso: non ce n’è uno che in blucerchiato abbia fatto “cilecca”… come poteva capitare con Gianni Invernizzi ?

Se il primo anno vince la Coppa delle Coppe, il secondo contribuisce da protagonista (30 presenze e 2 goal) alla conquista dello scudetto, una “mission impossibile”, che lascerà impresso in modo indelebile il suo nome nella storia della Sampdoria e il terzo, dopo aver messo in bacheca la Supercoppa italiana (1-0 alla Roma), sfiora il “top dei top” dei traguardi: la Coppa dei Campioni, questa volta da subentrante, al 72°, in sostituzione di Ivano Bonetti.

Sarà proprio una punizione, a dir poco ingenerosa, fischiatagli contro dall’arbitro tedesco Aron Schmidhuber, quasi alla fine dei supplementari, a consentire all’olandese Ronald Koeman di sfoderare forse la “bomba” più importante della sua carriera e a far rientrare da Londra, con le “pive nel sacco” la più grande “carovana” mai allestita dai tifosi blucerchiati… ma la delusione di quella serata di maggio, almeno da parte di chi scrive, è rimasta a Dover, a poppa dell’hovercraft… una volta arrivati a Calais, già si assaporava il piacere e la consapevolezza che il solo essere arrivati a provarci era stata un’impresa… e Gianni Invernizzi c’era !

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