Sarà mai abbattuta?

Buon compleanno sopraelevata! La strada Aldo Moro compie 50 anni. Per Tursi il futuro è il tunnel

Realizzata in tre anni e inaugurata il 6 settembre di mezzo secolo fa, la sopraelevata presenta tutte le magagne dell'età, ma è molto amata dai turisti.

Genova. “Ha 50 anni e li dimostra tutti”. Il vice sindaco di Genova Stefano Bernini, per carattere molto concreto e poco incline al romanticismo, saluta così il compleanno della strada Aldo Moro che da mezzo secolo gioca il ruolo fondamentale di unica tangenziale cittadina che collega il quartiere della Foce con San Benigno e l’uscita della A7 e che dal prossimo anno, con l’allargamento di lungomare Canepa e la nuova strada a mare appena realizzata, consentirà con un unico raccordo veloce di attraversare buona parte della città in poco più di un quarto d’ora.

Vero è che quel nastro d’acciaio di quasi 5 chilometri, i cui lavori terminarono il 25 agosto 1965, presenta oggi tutte le magagne tipiche dell’età, dai calcinacci che ogni tanto cascano giù e richiedono l’intervento dei vigili del fuoco a un guard rail di vecchia generazione indubbiamente pericoloso. Ma la stessa concezione della strada poco si concilia con l’accresciuto traffico di auto e moto: “E’ una strada a due corsie, senza la possibilità di una sosta di emergenza – dice Bernini – il che significa che a ogni micro incidente o mezzo in avaria il traffico praticamente si blocca”. Rispetto agli incidenti l’installazione del ‘tutor’ che ha ridotto la velocità a 60 Km/h ha ottenuto buoni risultati con una drastica riduzione dei sinistri stradali e un sostanziale azzeramento dei mortali.

Realizzata in tre anni dalla società Costruzioni Metalliche Finsider del gruppo IRI, con alcuni ritardi ma comunque in un tempo record rispetto alle media attuali, la sopraelevata venne ufficialmente inaugurata il 6 settembre del 1965 con il passaggio della prima auto. “La strada presenta un piano stradale sostenuto da 204 piloni in acciaio – spiega Francesco Gastaldi, urbanista genovese e docente di Urbanistica all’Università Iuav di Venezia – costituito dalle due travi affiancate con una larghezza di metri 15,40 dei quali 14 sono adibiti a piano carreggiabile e 0,70 metri per ciascun lato è costituito dai marciapiedi. Per la costruzione dell’opera sono state utilizzate circa 10.000 tonnellate di strutture in acciaio per una spesa di 6 miliardi di lire dell’epoca”.

Indubbiamente apprezzata dai genovesi ad esclusione di quelli (ma nemmeno tutti) a abitano in centro storico e la considerano una sorta di barriera fisica tra i vicoli e il porto, la sopraelevata è amatissima dai turisti che non a caso tendono spesso a percorrerla a una velocità ben inferiore ai limiti consentiti per le immancabili foto panoramiche.

Da ormai vent’anni comunque il suo futuro è in discussione. “C’è la questione dell’impatto visivo e ambientale – dice Gastaldi – che mal si concilia con il progressivo recupero del waterfront e un sempre maggiore raccordo di questo con il centro storico della città. Poi c’è il problema dell’invecchiamento oggettivo di una struttura realizzata cinquant’anni fa e, infine, il nodo mai risolto dell’attraversamento della città da parte dei mezzi “pesanti” in gran parte gravanti attorno alle attività portuali che non sono autorizzati ad utilizzarla”.

Certo un abbattimento della sopraelevata deve prima prevedere una viabilità che la sostituisca. L’ipotesi iniziale di un ponte sopra il porto venne sostituita quasi subito da quella di un tunnel sotto il porto. Anni di studio, la creazione di una società ad hoc (la Tunnel di Genova spa) e la dura realtà della mancanza di finanziamenti per un’opera dal costo che una decina di anni fa era ipotizzato intorno ai 600 milioni di euro.

Il sindaco di Genova Marco Doria tuttavia non ha mai accantonato l’idea del tunnel tanto che la società, che prima vedere la partecipazione dell’autorità portuale oggi è al 100% di Tursi. E non a caso la previsione del tunnel subportuale è stato inserita nel nuovo piano urbanistico comunale approvato a luglio.

In attesa degli eventi comunque la sopraelevata resta al suo posto, tra mugugni e ammiratori, a fare da cornice e da terrazza panoramica a portata di auto sulla città e il suo porto.

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