Genova. I vigili del fuoco si rivolgono ai cittadini per spiegare quali siano le condizioni di lavoro in cui opera il “pompiere genovese” in un territorio difficile come quello ligure.
“I fatti in questa regione hanno dimostrato che gli eventi non sono più eccezionali, ma sono diventati ordinarietà causando un aumento dei rischi per chi opera ed un abbassamento della potenzialità di intervento nei confronti del cittadino – si legge in una nota dell’Usb – una situazione cronica dove non c’è ricambio generazionale, dove il riordino prevede un taglio lineare e introduce un concetto di ‘produttività del soccorso’ (i numero dei soccorritori sono stabiliti in base alla quantità degli interventi e non sul rapporto cittadino/vigile del fuoco, in italia 1/15000 abitanti in europa la media è 1/1500 abitanti)”.
Inoltre, dalle risorse ordinarie, vengono tolte unità per interventi di carattere preventivvo e non di soccorso urgente, come ad esempio nel Giro d’Italia e negli interventi concordati con le forze dell’ordine, decisi due o tre giorni prima, dove i pompieri vengono chiamati per assistenza a sgomberi e quant’altro.
“Tutto questo impianto determina un indebolimento del soccorso che colpisce concretamente il cittadino ed il lavoratore, con un servizio ridotto, determinato anche da un aumento del turismo nella riviera della provincia, quindi un rischio maggiore per gli operatori – termina la nota – Se domani chiamerai il 115 e non ci saranno squadre perché impegnate per sgomberi prendiamo coscienza e riprendiamoci quello che appartiene ad ogni uomo: la propria dignità”.