Storie blucerchiate

“Album dei ricordi blucerchiati”: Ermanno Cristin, il “Nordahlino” di Marassi

Soprannominato "Nordahlino”, ma anche "Bisontino" ha segnato 35 reti in maglia blucerchiata

Genova. Più che una foto, nell’album dei ricordi blucerchiati, bisogna mettere una gigantografia, nel caso di Ermanno Cristin, centravanti grezzo e ruvido, che qualche cronista, della scuola del grande Gianni Brera, aveva osato accostare al bomber svedese del Milan di qualche anno prima, Gunnar Nordahl, affibbiandogli il soprannome di “Nordahlino”, ma anche “Bisontino”, perché – quando puntava lo stopper avversario – sembrava un autentico bisonte che caricava, a testa bassa, incurante delle frecce (leggi falli) di cui era oggetto.

Difficile stenderlo… oggi gli attaccanti crollano in area anche per un soffio nel collo… per atterrare Cristin, il portiere della Lazio, Roberto Gori, dovette afferrargli per bene (e con due mani) caviglia e coscia della gamba sinistra… un rigore “solare” per tutti i giornalisti in tribuna (anche romani), non visto solo dall’arbitro triestino Bernardis… con un conseguente 0-0 finale, all’Olimpico di Roma, alla terz’ultima del campionato ‘65/66, che salva in anticipo i laziali ed apre le porte della Serie B alla Sampdoria… eppure non sarebbe servita la moviola in campo, per vedere… e nemmeno gli occhiali!

La foto di quelle mani avvinghiate alla gamba del “9” del Doria, ha giganteggiato, nei Distinti superiori di Marassi, per tutta la vittoriosa cavalcata del successivo torneo cadetto, a testimoniare il torto subito… ma così è la vita… è capitato e (speriamo di no) capiterà ancora, che l’evidenza non sia vista…

Friulano doc (San Giorgio di Nogaro), Ermanno, dopo un anno nelle giovanili della Samp, viene mandato a “farsi le ossa” nel Simmenthal-Monza, Serie B (12 goal in 20 partite) e poi lanciato in prima squadra, proprio nel campionato della retrocessione blucerchiata, il ‘65/66, restando all’ombra della Lanterna fino al 1974, salvo una parentesi di un anno a Mantova (con l’altro doriano Rocco Fotia), inanellando (coppe escluse) un totale di 192 presenze e 35 goal… non sono numeri da record, ma la foto dell’atterramento nell’area di rigore della Lazio merita un posto d’onore nell’album dei ricordi, come pure la “maglia sudata” con cui è sempre uscito dal campo ed il fatto di non “aver mai tirato indietro la gamba”, nemmeno al cospetto di difensori come “la roccia” Tarcisio Burgnich, il terzino dell’Inter, all’epoca numero “uno” al mondo nella “marcatura ad uomo” (seguiva l’avversario anche quando andava a dissetarsi in panchina).

Eccola la foto di Cristin: un ariete grintoso e generoso, dal fisico possente da giocatore di rugby, un elemento fondamentale, per la determinazione messa in ogni sfida, per vincere – “di riffa o di raffa” – ogni anno la battaglia per la permanenza in Serie A, in un periodo di vacche magre, in cui – per restare al parallelo iniziale con Nordahl – la Sampdoria non era certo in grado di presentare un trio tipo il GRE-NO-LI (Gunnar Gren, Gunnar Nordahl, Nils Liedholm) del Milan degli anni ’50, ma doveva affidarsi ad un più casereccio SA-CRI-FRU (sacrificio), con Giancarlo Salvi, Ermanno Cristin e Mario Frustalupi… altrettanto indimenticabile per chi tifa Sampdoria.

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