Genova. Comincerà questo pomeriggio l’ultimo viaggio della Concordia dal porto di Genova Prà ai cantieri navali per il definitivo smantellamento. Le ultime dieci miglia, dopo le duecento dall’Isola del Giglio che Legambiente ha monitorato analizzando l’acqua, valutando non sorgessero problemi per l’ambiente marino.
Questo ultimo passaggio, dal trasferimento alla demolizione della nave per l’invio a riciclo dei materiali, secondo l’associazione ambientalista deve rappresentare una occasione per la città di sviluppo nel settore delle demolizioni navali verso un nuovo modello industriale portuale ligure.
“La demolizione della Concordia – commenta Santo Grammatico, Presidente di Legambiente Liguria – può essere l’ occasione di sviluppo di una nuova filiera industriale, di lavoro qualificato con attenzione alla salute e all’ambiente. Per questo è necessario specializzare per il riciclaggio delle navi i porti di Genova e La Spezia. Le due città devono iscriversi ed entrare nell’elenco europeo degli impianti di riciclaggio per questo settore”.
Il tempo stringe, fanno notare da Legambiente, visto che l’elenco europeo degli impianti autorizzati ad operare sarà pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea e sul sito web della Commissione entro il 31 dicembre 2016. Gli impianti ammessi nell’elenco previsto dal regolamento numero 1257/2013 del parlamento europeo e del Consiglio del 20 novembre 2013 devono possedere i requisiti necessari a garantire la protezione dell’ambiente, della salute e della sicurezza dei lavoratori e la gestione sostenibile dei rifiuti recuperati da navi riciclate.
“La vicenda Concordia ci ha mostrato con chiarezza l’opportunità di diventare protagonisti in questo settore – conclude Grammatico – anche per impedire all’inquinante mercato delle demolizioni, presente nei paesi senza sicurezze ambientali, sanitarie e dove sono assenti i diritti per i lavoratori di continuare con un business insostenibile”.