Genova. Piazza De Ferrari presidiata da centinaia di uomini delle forze dell’ordine, tra transenne e blindati, per il comizio del leader della Lega Matteo Salvini, che conclude oggi la sua campagna elettorale in Liguria. E alla fine si registrano anche scontri.
Da una parte il segretario del Carroccio, dall’altra circa 300 manifestanti che, partiti da piazza Campetto, sono arrivati in corteo nei pressi dell’appuntamento elettorale. Ad accompagnare il tutto cori di protesta, striscioni con scritto “affonda la lega” e “via i razzisti dalle città”, ma anche musica e danze.
Inizia tutto così, poi sale la tensione: sono le 19.10 quando un gruppo di manifestanti dribbla la polizia passando dalla galleria Giuseppe Siri davanti al teatro Carlo Felice. E’ qui che avviene lo scontro con le forze dell’ordine che per tre volte li respingono con cariche di alleggerimento.
Sono stati lanciati all’indirizzo della polizia uova, ortaggi, fumogeni, bottiglie e petardi. Gli antagonisti, alcuni dei quali con il volto coperto, sono stati poi respinti fuori dalla galleria dove c’è stato un altro contatto. Il comizio di Salvini si è concluso, mentre i manifestanti hanno dato vita a pochi metri di distanza ad un contro-comizio.
“Non è concesso ai razzisti di parlare – aveva detto uno dei portavoce del movimento con un megafono – questa è gente che fomenta l’odio. Ora basta. Vogliamo fare arrivare anche la nostra voce”. “Questa è la piazza del 30 giugno – si legge nel volantino diffuso durante la manifestazione – e Genova è abituata a respingere i fascisti”.
Secondo quanto appreso almeno due manifestanti, che sono riusciti ad arrivare sotto il palco di Salvini sono stati malmenati dal servizio d’ordine del leader leghista. Uno di loro è stato anche fermato dai carabinieri e portato alla caserma di San Giuliano dove è stato identificato. Tra i manifestanti ci sarebbe anche una persona ferita in modo lieve che è stata medicata all’ospedale San Martino.
La Murga dei vicoli balla tra i due schieramenti prima della fase dura della contestazione.
