Lavagna. “Per certi politici è troppo facile interessarsi a determinate questioni e partecipare alle fiaccolate a soli 5 giorni dal voto. Si deve intervenire prima e non per scopi elettorali, come ho fatto io, che sul depuratore di Lavagna ho presentato in questi ultimi anni, a partire dal 2012, diverse interrogazioni alla Giunta regionale chiedendo se il progetto fosse conforme al Piano di Bacino, chiedendo lo studio idraulico e gli effetti della colmata sul deflusso delle acque durante la piena, i costi e altro ancora”. Lo dice la consigliera regionale Raffaella Della Bianca a seguito della fiaccolata organizzata ieri sera a Lavagna per dire no alla diga Perfigli e al depuratore comprensoriale, erano presenti diversi politici candidati alle prossime elezioni regionali.
“Per certi politici – dice – è troppo facile interessarsi a determinate questioni e partecipare alle fiaccolate a soli 5 giorni dal voto. Si deve intervenire prima e non solo per scopi elettorali, come ho sempre fatto io, che sul depuratore di Lavagna ho presentato in questi ultimi anni, a partire dal 2012, diverse interrogazioni alla Giunta regionale chiedendo se il progetto fosse conforme al Piano di Bacino, chiedendo lo studio idraulico e gli effetti della colmata sul deflusso delle acque durante la piena, i costi e altro ancora”.
La Della Bianca presentò infatti in data 20 dicembre 2012 e 4 luglio 2013 due interrogazioni a risposta scritta in cui chiedeva all’allora assessore all’Ambiente Renata Briano se Regione Liguria potesse fornire lo studio idraulico degli effetti della colmata sul deflusso delle acque durante la piena, e lo studio idraulico del fiume Entella su cui si basa la progettazione della messa in sicurezza correlata al prolungamento di viale Kasman.
“Nella risposta che ricevetti dall’assessore – dice la consigliera – mi venne spiegato che lo studio di fattibilità predisposto da Iren, considera gli aspetti idraulici, eventualmente interferenti con la previsione impiantistica in oggetto, rapportandoli alla scala progettuale come elaborata, e che dovevano essere approfonditi con l’implementazione dei successivi livelli progettuali, ma non mi venne fornito nessun studio idraulico come da richiesta”.
La consigliera Della Bianca sottolinea come a fine gennaio il presidente Burlando assieme all’assessore alle Infrastrutture Paita avessero ribadito la volontà di realizzare a Lavagna un depuratore comprensoriale che servisse il territorio della Val Petronio. Già lo scorso anno la Provincia di Genova e l’ente regionale diedero il via alla realizzazione di quest’opera da 80 milioni di euro, osteggiata dai residenti della città costiera in quanto ritenuta pericolosa per via dei suoi effetti sulla foce del fiume Entella e sul parco faunistico classificato sito d’interesse comunitario.
“L’opera – spiega Della Bianca – dal valore di 80 milioni di euro, dovrà essere realizzata in tempi brevi. In caso contrario l’Italia riceverà una sanzione da parte di Bruxelles perché quest’area, ovvero il Tigullio orientale, non ha sistemi completi ed integrati di trattamento e depurazione. Il Sindaco del comune di Lavagna in questi giorni ha lanciato una provocazione: se si intende realizzare un depuratore comprensoriale deve essere condiviso con Cogorno e Ne senza il bacino idrico della Val Petronio. Lo scopo è quello di togliere Lavagna dal pericolo delle sanzioni europee”.
La consigliera ribadisce come si tratti di una corsa contro il tempo e che proprio per questo motivo, è urgente quanto prioritario per il Comune di Lavagna tappare i ‘buchi’ nel progetto sul nuovo depuratore comprensoriale del Tigullio.