Braccia incrociate

Articolo 18 e crisi economica, la Cgil scende in piazza: sciopero generale a Genova

"Con i recenti provvedimenti legislativi (jobs act), il Governo Renzi è riuscito dove neppure Berlusconi era arrivato"

sciopero generale cgil

Genova. Saranno i lavoratori di tutte le categorie a scendere in piazza il prossimo 20 maggio 2015, per lo sciopero di otto ore proclamato dalla Cgil. E’ stata scelta una data significativa: quel giorno sarà il 45esimo compleanno della Legge 300 del 1970, lo Statuto dei Lavoratori.

“Con i recenti provvedimenti legislativi (jobs act), il Governo Renzi – spiega il sindacato – è riuscito dove neppure Berlusconi era arrivato: la cancellazione dell’art. 18 (tutela dei licenziamenti illegittimi) e lo smantellamento dello Statuto stesso. Le misure di politica economica sono tutte in continuità con quelle di austerità, di tagli al sociale e alla sanità; nulla è previsto per mettere mano alla riforma previdenziale, per finanziare gli ammortizzatori sociali, per un fisco più equo e giusto”.

“Nonostante i proclami del Governo il problema del paese resta la creazione di posti di lavoro. Come dimostrano i dati, la schiera delle persone senza occupazione continua a rappresentare un vero e proprio esercito che sarà appena scalfito dalla pallida ripresina prevista dagli economisti. L’inefficienza di politiche nazionali si sente in modo particolare nella nostra città dove il tessuto industriale è ridotto ai minimi termini. Continua infatti la morìa di imprese e sono sempre più numerose quelle in cui si lotta per la salvaguardia del posto di lavoro. Molte di queste realtà dipendono proprio da scelte di politiche nazionali: Ilva, Fincantieri, Selex ES, Ansaldo STS, investimenti per la ricerca e conseguentemente sviluppo hi-tech, l’energia, le infrastrutture, l’edilizia, la programmazione e la salvaguardia del territorio, la logistica e la portualità. Il settore manifatturiero di piccole e medie imprese artigiane registra ogni giorno nuove chiusure con posti di lavoro ed attività che scompaiono nel silenzio più assoluto”.

“E poi – spiega ancora la Cgil – l’altra grande mancanza riguarda le politiche commerciali – turistiche e di regole sostenibili per i servizi in appalto che generano un approccio fondato sulla concorrenza e il massimo ribasso, con ricadute sull’occupazione e la sua qualità anche in termini di sicurezza. Le recenti polemiche sulle aperture nelle festività laiche e religiose ripropongono – per chi nel frattempo si è distratto – la mancanza, nella grande distribuzione, di strategie efficaci. Non un posto in più è stato creato, anzi, la crisi dei consumi porta solo ad un risultato come nel caso della chiusura del centro di vendita Saturn”.

“In un paese dove dilagano la corruzione, il malaffare, l’evasione fiscale a pagare il prezzo più alto è il lavoro dipendente e i pensionati. La Cgil non vuole essere complice di questo degrado, assistendo inerme al disastro che sembra irreversibile. Genova ha storia, cultura, mezzi, prospettive e professionalità per realizzare un vero cambio di marcia”.

La manifestazione partirà da piazza Massena alle ore 9.00. Il corteo si concluderà in piazza Baracca a Sestri Ponente.

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