Pallanuoto

Playoff scudetto, Rapallo-Bogliasco atto primo: Ilaria Rossi e Benedetta Casareto presentano la sfida

Rossi, Casareto

Bogliasco. Ci siamo. Arriva la parte più bella del campionato, i playoff. La Rari Nantes Bogliasco ha confermato il quarto posto in classifica e giocherà l’andata a Rapallo domani, mercoledì 1 aprile alle ore 20,30, arbitri Savarese e Rovida; ritorno alla “Vassallo” sabato 18. Sempre in casa bogliaschina l’eventuale bella, domenica 19 aprile.

Una partita dai tanti significati ma in questi casi è bene lasciare la parte emotiva fuori dalla porta e concentrarsi unicamente sull’obiettivo finale. Lo dicono chiaramente Ilaria Rossi e Benedetta Casareto che a Rapallo non hanno mai giocato, ma entrambe arrivano dal Camogli, dove hanno condiviso lo spogliatoio con alcune delle ragazze avversarie.

Che partita sarà?

Rossi: “Bella. E’ un derby e per questo siamo ancora più motivate”.

Casareto: “Vogliamo giocare i playoff come la Final Four e come se ogni partita fosse una Finale. Vogliamo giocarcela ed al meglio, dare prova di quanto e come siamo cresciute”.

Rapallo o un’altra squadra?

Rossi: “E’ indifferente. Ma la logistica ci aiuta ed il fatto di giocare il derby ci carica ancora di più. Ci conosciamo molto bene. Una botta di adrenalina”.

Casareto:-“Va bene così sia per un motivo di natura logistica e poi perché mi sembra molto bello che ci siano due squadre a pochi chilometri di distanza così vicine in classifica, così vicine anche come morfologia. Giovani insieme ad atlete di grande qualità ed esperienza, con due allenatori che lavorano tanto e bene. E’ bello incontrarsi. Per Ilaria e me ci sono le ex del Camogli, per Teresa e Giulia il Rapallo stesso, siamo amiche, buoni rapporti ma in acqua ce la giochiamo: sarà divertente”.

Centrato il primo obiettivo, ma partiamo da un bilancio della stagione regolare.

Rossi: “Ci credevo e da subito. Arrivare fino a qui era il nostro obiettivo. Abbiamo lavorato tanto e non è ancora finita”.

Casareto: “E’ andato tutto come ci eravamo dette. Prima la qualificazione alla Final Four di Coppa Italia, non solo ci siamo arrivate, ce la siamo anche giocata. In campionato era il quarto posto ed eccoci qui: possiamo ritenerci, per ora, moderatamente soddisfatte. Squadra giovane con voglia di fare. Ci credevo”.

Come si prepara un ciclo come questo?

Rossi: “Già dal campionato abbiamo cominciato a giocare ogni partita come se fosse una finale, ora siamo una squadra unita e riusciamo a dare il meglio. Siamo un gruppo forte, fuori e dentro l’acqua”.

Casareto: “Ci vuole tanta concentrazione, si vince con tecnica e tattica, il lavoro di un anno, poi però serve la testa. Pensarci, in maniera concreta, abituarsi ad essere sotto pressione, avere un obiettivo preciso”.

Il vostro percorso personale.

Rossi: “Rispetto ai tempi del Camogli qualcosa in più ma non devo essere io a giudicare. Voglio però ringraziare Daniele Bettini che mi ha chiamato, il lavoro fatto lo scorso anno con Krisztina Zantleitner e questo con Mario Sinatra: mi hanno dato modo e possibilità per migliorarmi”.

Casareto: “Faccio sempre quello che posso. Quest’anno ho avuto anche un momento di grande difficoltà, ringrazio Mario che mi ha capita e sostenuta, è stato prima di Natale, un periodo parecchio impegnativo con l’Università. Ma è soprattutto quanto sono affezionata a questa società, a questa squadra, che mi fa venire ad allenamento tutti i giorni, compresi i doppi, che mi fa divertire. Non è solo sport per me è amicizia. Una società piccola che con le proprie forze riesce a raggiungere obiettivi importanti, il lavoro con il settore giovanile, i giovani in prima squadra. Ho trovato un grande gruppo che per me è come una famiglia”.

Cosa dici alle tue compagne?

Rossi: “Ragazze stiamo tranquille. Quando succede ci trasmettiamo lucidità e consapevolezza”.

Casareto: “Che in loro vedo una grande voglia di fare bene. In alcune partite avremmo potuto aggiungere qualcosa ma non siamo riuscite a farlo, abbiamo recuperato anche la testa, sono convinta che mostreremo grandi miglioramenti anche a lungo termine. Continuiamo così perché possiamo diventare pericolose”.

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