Genova

Genova: il Comune dice sì al nuovo Puc

Approvato il piano che disegna lo sviluppo della città fino al 2025

consiglio comunale aula rossa

Genova. E’ stato approvato questo pomeriggio, dopo due giorni di discussione, il nuovo Puc, Piano urbanistico comunale, con 21 voti a favore, 11 contrari e 5 astenuti su 37 consiglieri presenti.

Si tratta del documento che disegna lo sviluppo della città fino al 2025 prevedendo la possibilità di costruire in collina per gli agricoltori, la variante urbanistica per il nuovo ospedale Galliera, non ancora quella per il cambio di destinazione d’uso delle ex aree produttive Esaote a Sestri Ponente da commerciale a industriale, la Gronda autostradale di Ponente, il Terzo Valico, il tunnel subportuale al posto della Sopraelevata, nuove piste ciclabili sulla costa, il porto petroli a Sampierdarena o Multedo.

Hanno votato a favore Pd, Lista Doria, Udc, un consigliere di Sel. Contrari M5S, Forza Italia, Lega Nord, FdS e Pastorino (Sel). Astenuta invece la Lista Musso, un consigliere del Gruppo Misto e uno del Pd.

“In campagna elettorale – ha attaccato Paolo Putti del M5S – il sindaco si era detto contrario alla Gronda, aveva parlato di acqua pubblica, di conservare il patrimonio pubblico e molto altro. Quello che si era promesso è stato disatteso. Come è stato disatteso ciò che di buono era all’inizio indicato nel Puc”.

Opposizione anche dal capogruppo della FdS Antonio Bruno: “questo Puc – ha detto – prevedendo due opere come Gronda e Terzo valico, è in contraddizione con l’obiettivo di avere un consumo di suolo pari a zero. E’ il Puc della decrescita infelice”.

“Il Piano – ha detto invece Eoardo Rixi, Lega Nord – è incoerente con il programma del sindaco, in particolare per quanto riguarda la vertenza Esaote. Caso strano il piano regolatore viene sempre approvato a ridosso delle campagne elettorali. Non vorrei fosse così anche stavolta”.

“La prima parola che viene in mente è: finalmente. Iniziato nel novembre 2011, il piano si conclude oggi. Questi tre anni e 4 mesi ci dicono – ha concluso Simone Farello, Pd – che nessun atto di pianificazione può imbrigliare la realtà che nel frattempo si muove in città. Il Puc non è un fine, ma uno strumento: una volta che il Puc viene approvato, il lavoro non è finito ma inizia.

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