Sestri Levante. “In relazione agli scioperi indetti il 19, 20 e 23 marzo, con la presente la Società comunica che, in considerazione delle modalità di articolazione dello sciopero e dei possibili riflessi pregiudizievoli sul ciclo produttivo dello stabilimento, verificherà la concreta utilizzabilità della prestazione lavorativa all’interno degli intervalli di non sciopero”.
Inizia così la lettera di Fincantieri Riva Trigoso con cui si diffidano i lavoratori dallo scioperare. E’ l’ultimo capitolo dello scontro iniziato solo pochi giorni fa, tra azienda e sindacati, dopo che, nell’ambito della trattativa per il rinnovo del contratto, è stato sostanzialmente richiesto ai dipendenti di lavorare mezz’ora gratis al giorno, si è ventilata la scomparsa dei premi di produzione e si è proposto di mettere dei chip negli scarponi per controllare gli operai.
Se la vertenza riguarda tutti gli stabilimenti, a Riva questo si intreccia con l’ipotesi dello scorporo della meccanica in una società ad hoc, prospettiva giudicata preoccupante dai lavoratori.
“Nell’ipotesi di sopravvenienze che rendano inutile l’offerta della prestazione lavorativa”, continua il comunicato Fincantieri, “l’azienda sarà costretta a non accettare tali prestazioni e darà precisa disposizione in ordine alla messa in libertà a tutti i dipendenti interessati”.
Intanto nei prossimi giorni la protesta di allargherà a Sestri ponente dove oltre al tema del contratto c’è quello decisivo del ribaltamento a mare la cui ‘pratica’ è ferma al ministero dell’ambiente che sembra intenzionato a chiedere la procedura di Via, con un ulteriore altro anno di stop per un’operazione per la quale i soldi sono già pronti. Qui la mobilitazione potrebbe iniziare già la prossima settimana.