Il processo

Alluvione 2011, le amnesie dei testi ‘salvano’ la Vincenzi: “Arrivai al Matitone col sindaco prima delle 12, ma forse è mia congettura”

L'ex capo di gabinetto Gazzarri prima smentisce la versione della Vincenzi, poi in parte ritratta. Gli autisti fanno confusione tra orari e luoghi.

alluvione 2011 esondazione Fereggiano

Genova. “Uscii con lo stessa auto di servizio del sindaco al termine del convegno Eurocities che si svolgeva all’Expò e andammo al Matitone. Era fine mattinata, un bel po’ prima dell’ora di pranzo direi tra le 11.45 e le 12”. A parlare è Raffaele Gazzarri, ex capo di gabinetto prima di Pericu e poi di Marta Vincenzi. “So che sono state dette cose diverse, ma io ho il ricordo preciso di essere stato in auto con il sindaco, perché lei inizialmente aveva chiesto di andare a Tursi, ma io volli recarmi al Matitone perché la pioggia stava aumentando e volevo capire la situazione in particolare per gli ospiti stranieri del convegno che si sarebbero fermati a Genova”.

Gazzarri smentisce in aula in un primo tempo la versione del sindaco Marta Vincenzi che negli interrogatori aveva sempre detto che alle 12 era ancora al convegno, ma poi cambia idea “Non so è una mia congettura, ho avuto un blackout, mi ricordo la partenza dall’Expò con il sindaco ma non l’arrivo al Matitone, non posso escludere che lei invece si sia fermata a Tursi” L’accusa, sostenuta dai dati dei telefoni cellulari (quello del telefono privato di Marta Vincenzi aggancia alle 11.57 la cella di Principe e poi quella di via Bruno Buozzi in direzione Matitone) è che il sindaco di Genova arrivò al Matitone poco dopo le 12 e ha avuto tutto il tempo per avere il polso esatto della situazione, vale a dire che l’esondazione del Fereggiano non era stato un evento improvviso ma progressivo, che il volontario della protezione civile Andrea Mangini non era al punto di monitoraggio del Fereggiano e che la macchina della protezione civile si era completamente bloccata, sconfitta dagli eventi.

Gazzarri rispondendo al pm ricorda anche: “Quando arrivammo il sindaco si recò al Coc, io invece mi spostai nella sala del Coa. Se il sindaco non ci fosse stato sarei andato io al Coc in sua rappresentanza” E precisa anche fissando l’orario: ” Al coa c’erano i vigili che mi comunicarono preoccupazioni per il torrente Sturla, le prime informazioni sul Fereggiano mi pare siamo arrivate circa 30 minuti dopo”. Poi però in parte ritratta e non ricorda se il sindaco ci sia stato davvero oppure no.

Ancora peggio ricordano gli autisti. Vincenzo Abbate, era di turno la mattina e che secondo i tabulati avrebbe ricevuto dal sindaco una telefonata alle 11.41 dall’Expò. Secondo l’accusa con questa telefonata aveva lo scopo di farsi venire a prendere: “Non so, non mi ricordo, forse” dice però il teste. Nemmeno ricorda bene il secondo autista, Maurizio Nobile, che fa parecchia confusione di luoghi e orari: “Ho attaccato alle 12.20 prendendo servizio con l’auto a Tursi. Sono andato a prendere il sindaco all’Expò, mi ricordo che alla sbarra mi è caduto il cartellino e mi ricordo che c’era il sindaco”. Poi però dice: “Non sono sicuro, magari nel viaggio di andata ero da solo e il sindaco l’ho però portato di sicuro dal Matitone a Tursi e poi da lì in prefettura”. E’ confuso Nobile e si giustica: “Ero al telefono con mia moglie in quel viaggio perché lei e mia figlia erano in mezzo all’acqua. Al Matitone forse ci sono andato, ricordo la manovra di inversione i via Dino Col, ma non ricordo quando”.

Non sarà facile per l’accusa dimostrare con certezza la presenza al Coc della Vincenzi prima dell’esondazione del Fereggiano, anche perché l’avvocato Savi nella memoria difensiva ha in parte smontato le ‘certezze’ dei dati provenienti dalle celle telefoniche. In ogni caso nel processo per l’alluvione che causò sei vittime e che vede imputati per disastro e omicidio colposo e falso oltre all’ex sindaco di Genova, l’ex assessore alla protezione civile Francesco Scidone e tre dirigenti del Comune di Genova amnesie, reticenze e blackout di memoria continuano a regnare sovrani.

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