Genova. La Procura di Genova ha indagato Tiziano Renzi, padre del premier Matteo Renzi, nell’ambito di un’indagine per bancarotta fraudolenta in cui sono coinvolte altre due persone. L’indagine è partita sei mesi fa in seguito al fallimento della Chil Post, azienda di distribuzione giornali con sede a Genova, dichiarata fallita un anno fa. L’avviso di garanzia Genova è stato consegnato in concomitanza con la richiesta di proroga delle indagini.
“Le indagini sono ancora in corso – ha detto il procuratore capo di Genova Michele Di Lecce circa l’indagine condotta dai pm Marco Airoldi e Nicola Piacente – tant’è vero che è stata chiesta una proroga. Non è escluso che in futuro ci possano essere altri indagati”.
Secondo quanto appreso da fonti giudiziarie, oltre al padre del premier, sarebbero indagati con la stessa ipotesi di reato anche Mariano Massone e Antonello Gabelli, subentrati nel 2010 a Tiziano Renzi nella titolarità dell’azienda.
La Chil Post fondata da Tiziano Renzi era stata trasferita dalla Toscana a Genova nel 2003, prima in via Fieschi, poi nella centrale Galleria Mazzini. Nel 2005 lasciò la sede di via Fieschi dove era in affitto. Il proprietario dell’immobile non aveva ricevuto gli ultimi tre mesi di locazione e dopo la denuncia la società venne condannata al pagamento di 8000 euro.
Nel 2010 Tiziano Renzi vendette un ramo d’azienda a un’altra società di famiglia dello stesso settore, la Eventi 6 srl, con sede a Rignano sull’Arno (Firenze), mentre la Chil passò nelle mani di Gian Franco Massone, originario di Castelletto d’Orba e residente a Varazze. Secondo quanto trapelato, il curatore della società, impegnata anche in campagne pubblicitarie, avrebbe notato passaggi dubbi di denaro tra i vari rami d’azienda e uscite non giustificate, segnalate alla magistratura.
“Alla veneranda età di 63 anni e dopo 45 anni di attività professionale – ha detto in una nota Tiziano Renzi – ricevo per la prima volta nella mia vita un avviso di garanzia. I fatti si riferiscono al fallimento nel novembre 2013 di una azienda che io ho venduto nell’ottobre 2010. Sono certo che le indagini faranno chiarezza ed esprimo il mio rispetto non formale per la magistratura inquirente ma nel dubbio, per evitare facili strumentalizzazioni, ho rassegnato le dimissioni da segretario del circolo del Pd di Rignano sull’Arno”.