Cronaca

Aula Rossa, tassisti contro Uber: “Attendiamo atti concreti”. Tursi: “Lavoriamo per la legalità”

Genova. A pochi giorni dallo sbarco di Uber a Genova, la protesta contro il servizio di ride sharing è arrivata oggi a Tursi, sotto forma di interrogazione in consiglio comunale e fisicamente, con la presenza tangibile dei tassisti sugli spalti dell’Aula Rossa.

“Siamo venuti per avere conferme su quello che ci era stato comunicato, vale a dire l’intervento delle autorità per il rispetto della normativa vigente – ha spiegato Attilio Dondero, portavoce del coordinamento genovese taxi italiano – In questi primi giorni di servizio abbiamo registrato un lieve calo in alcuni momenti, in altri, invece, le richieste sono rimaste stabili. Siamo fiduciosi che le risposte degli assessori competenti si traducano in atti concreti”.

“C’è chi segue le regole, e chi no. C’è tutto un iter per fare il tassista e requisiti molto specifici. Se quella di Uber fosse ritenuta un’attività lecita significherebbe una presa in giro per i tassisti. E io se fossi in loro proporrei un’azione nei confronti del Comune che non mi tutela”. E’ Matteo Campora, Ncd, a dare inizio alla prima delle tre interrogazioni a tema, in direzione degli assessori Anna Maria Dagnino e Elena Fiorini.

“Noi ci siamo attivati immediatamente, fin dal primo momento – ha assicurato Dagnino, con delega al trasporto – è evidente che la tutela della legalità e delle regole in difesa dei cittadini e di un sistema, è alla base di tutto. Dal primo minuto abbiamo lavorato con i sindacati e la cooperativa radio taxi, per verificare i profili di legittimità. Il servizio di piazza e la licenza non sono cose astratte, noi vogliamo affermare la legalità”.

Non una semplice contesa tra le parti, dunque, ma temi specifici in ambito legale: in ballo c’è la normativa del settore nazionale, le norme sulla concorrenza, quelle sull’esercizio abusivo della professione e quella fiscale, e non da ultimo quello della sicurezza dei cittadini, “perché la licenza serve per fornire un determinato servizio a tutela dei cittadini”, ha ricordato poi la collega Fiorini.

“Ringrazio anzi i tassisti che hanno riaffermato la fiducia nell’amministrazione comunale, anche se non si vede noi stiamo già lavorando”, ha detto l’assessore alla Legalità. Il servizio Uber sbarcato a Genova è in realtà Uberpop, la versione low cost di Uber, diffuso in Europa e nelle altre città d’Italia.
“Il ministro delle infrastrutture e altri sindaci, così come le prefetture hanno preso posizione – ha sottolineato Fiorini – UberPop è partita con un lancio gratuito in città, noi abbiamo dato mandato agli organi tecnici per il rispetto della legalità, e le azioni sono già partite”.

Per citare la metafora del consigliere Gioia (Udc) “la cura è già iniziata – ha detto l’assessore – ma abbiamo a che fare con una fattispecie complessa, in Germania hanno dovuto revocare il divieto a Uberpop per una gabola giuridica”. Va fatto dunque un primo approfondimento legislativo, in relazione alle norme, e un altro sulla fattispecie completa. “Il passo successivo sono i controlli mirati e l’organizzazione dei servizi concreti a difesa della legalità, ma – ha concluso Fiorini – in tempi brevi gli esiti di un lavoro già iniziato si vedranno. Presenteremo i primi risultati dei controlli di polizia giudiziaria”. Secondo una stima sarebbero già 70 le automobili collegate al servizio UberPop.

Il consigliere Campora ha quindi chiesto al Comune un atto formale, una diffida al soggetto giuridico, oltre a una commissione consiliare ad hoc.

Più duro il collega Gioia: “Faccio fatica a comprendere quale siano gli atti concreti, contro una forma illegale e abusiva. Che sia una diffida, o un’ordinanza del sindaco, serve un’azione per dimostrare con i fatti che vogliamo tutelare la categoria, senza attendere altro tempo, altrimenti arriveranno presto anche i risciò di indiani e cinesi”.

“Mi sarebbe piaciuto un report sulle macchine abusive – ha concluso il capogruppo della Lega Nord, Edoardo Rixi – Uber è l’ultimo problema in ordine di tempo, di fronte a una ‘vacatio’ del Comune nel fare rispettare le norme del settore”.

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