Cronaca

Cave del Gazzo e Terzo Valico, la denuncia degli Amici del Chiaravagna: “Oltre al danno la beffa”

monte gazzo

Genova. L’Associazione Amici del Chiaravagna ONLUS intende esprimere il proprio sconcerto circa la delibera di Giunta Regionale n. 414 dell’11/04/14 proposta dall’Assessore all’Ambiente Renata Briano.

“Tale atto, di cui siamo venuti a conoscenza in maniera del tutto casuale e di cui non ci risulta siano stati informati gli altri livelli istituzionali, aprirebbe la possibilità di conferire le terre da scavo provenienti dalle realizzazioni connesse al cosiddetto Terzo Valico nelle cave del Monte Gazzo senza aver concluso prima tutte le infrastrutture necessarie – e già concordate – ad evitare che il transito quotidiano di migliaia di mezzi pesanti attraversi la delegazione, con conseguente disagio per gli abitanti – si legge in una nota – Il precedente atto (DGR 11 del 14/01/14) subordinava invece il conferimento di tali materiali alla realizzazione della nuova viabilità per raggiungere la cava Vecchie Formaci e all’adeguamento di quella per le cave su via Chiaravagna”.

Oltre al danno, quindi, la beffa. “Infatti, al di là della nostra ferma opposizione tanto al Terzo Valico quanto al progetto di ulteriore coltivazione delle cave del Monte Gazzo, Sestri Ponente subirà un ulteriore impatto fortissimo se questa scellerata decisione non sarà ritirata. E’ il caso di ricordare alla Giunta Regionale che per raggiungere la cava Vecchie Formaci è infatti necessario attraversare il centro e la parte collinare di Sestri Ponente risalendo il primo tratto (quello tra le case, appunto) della strada che porta al Monte Gazzo – prosegue l’associazione – La nuova viabilità (una galleria sotto il Monte Gazzo dalla val Chiaravagna verso la cava Vecchie Fornaci da aggiungersi a quelle che dovranno collegare il casello di Genova Aeroporto con la val Chiaravagna) e gli adeguamenti su via Chiaravagna erano stati pensati proprio perché il mastodontico progetto e le sue prospettive hanno un peso enorme sul territorio in termini di traffico pesante, con tutto ciò che ne consegue”.

Secondo Gli Amici del Chiaravagna,  questo modo di gestire il territorio è oggi più che mai inaccettabile. “Ma è il paradigma in cui è
racchiusa l’idea del Terzo Valico: un’opera inutile che violenta il territorio e calpesta i cittadini ed i loro diritti. E’ ora di smetterla di venire nei territori tentando di raccogliere consensi e poi prendere provvedimenti di tutt’altra natura senza informarne nessuno – concludono – La credibilità di una amministrazione si misura, oltre che nel rispetto degli impegni e dei cronoprogrammi che si sottoscrivono, anche nella volontà di dialogare col territorio qualora i progetti incontrino delle difficoltà, così da trovare soluzioni condivise e partecipate. E’ urgente pertanto che su questo provvedimento si faccia chiarezza e si assumano delle responsabilità politiche”.

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