Cronaca

Se questo è un bagno. Gaslini di Genova: quando la malasanità colpisce anche i più piccoli

Genova. “Le sale d’attesa degli ospedali non indicano prudentemente che cosa dobbiamo attenderci”. Questo per dirla con l’economista, nonché aforista, Carlo Gragnani. Per dirla, invece, con le parole di una madre di un piccolo paziente dell’ospedale Giannina Gaslini di Genova, suo malgrado andata oltre la semplice sala d’attesa, “vi sembra normale che io debba cambiare mio figlio, sano o malato che sia, su un lettino rotto, senza neanche un lenzuolo o una traversa monouso sopra? E per di più in un ripostiglio, la cui anticamera viene usata per svuotare padelle e pappagalli?”.

Accade in questi minuti, con tutta probabilità accade da settimane, se non mesi. Possibile che accada ancora nei prossimi giorni. Siamo al secondo piano del padiglione di Chirurgia dell’ospedale genovese. Le foto valgono più di mille parole, il resto è superfluo. Sorvolando sulla pulizia del locale, vogliamo evidenziare un particolare non irrilevante.

In quel reparto ci sono circa 30 posti letto e quello è l’unico bagno. Fuori dalla porta un allegro cartello recita “riservato ai bambini”; all’interno la realtà è sicuramente molto meno allegra. Ma Carlo Gragnani, in fondo, era nato a Livorno ed ha vissuto fino al 2010, anno della sua morte, a Lugano. Che ne avrà mai potuto sapere lui di Genova o del Gaslini o della sanità italiana all’alba del 2014?

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