Genova. Mobilitare le istituzioni ma, soprattutto, la città, contro il “ribaltamento truffaldino delle carte in tavola, operato dall’azienda”. La questione Selex sbarca a Tursi anche oggi con un intervento di sindaco e consiglieri comunali, nei giorni caldi della preoccupazione per la sorte dei 300 esuberi annunciati e del futuro stesso di una delle eccellenze genovesi. “C’è una palese contraddizione tra il piano industriale presentato poche settimane fa che prevedeva per Genova ‘limitati impatti a livello occupazionale’ – ha spiegato Doria all’Aula – e le 300 eccedenze annunciate poco dopo. Questo è un fatto di assoluta gravità, una truffa inaccettabile, il ribaltamento truffaldino delle carte in tavola”.
Il problema secondo Doria è duplice: la mancanza di una politica industriale “su cui, vista la assoluta assenza dei precedenti, il nuovo governo è chiamato alla prova”, Finmeccanica, “a cui bisogna dare una testa” e per cui la presenza pubblica “rimane per me fondamentale”. “Preferisco interlocuire con un governo assente piuttosto che con una multinazionale svedese o giapponese”, ha rimarcato Doria.
Selex, intreccio tra tradizione industriale e ricerca, è un “mix che garantisce ricchezza all’interno del Paese per Finmeccanica e non solo” ha aggiunto il sindaco. Che si fa quindi? “Dire che il Comune ha assistito passivamente è falso – ha risposto alle critiche di alcuni consigliere di minoranza – abbiamo contrastato in tutti i modi, facendo sentire sempre la nostra voce, vogliamo continuare a essere attivi in una trattativa che usa carte false, a fianco dei sindacati e delle altre istituzioni. Non ho nessuna obiezione all’idea di organizzare una trasferta a Roma con il presidente della Regione, mia e dei capigruppo. Lo facciamo, ma il problema è creare una saldatura tra lavoratori e cittadini, per far sentire forte la voce della città tutta”.
Genova chiama Roma, a partire dai parlamentari liguri chiamati a fare pressing sul governo. “Il Comune farà la sua parte – ha sottolineato Doria – ma non avendo risorse da spendere, l’amministrazione non può essere cliente di un’impresa. Può avviare progetti sperimentali, reperire risorse europee e nazionali, il resto è pura demagogia. C’è, al contrario, una totale disponibilità a sperimentare insieme con l’azienda alcune ‘smart solutions’, che possono qualificare Selex Genova in campo nazionale e internazionale. Un modo concreto per interagire con un’impresa così strategica per il nostro territorio”.