Genova. Già il vicolo è bello. Quando entri, l’ambiente molto curato e accogliente ti fa pensare che basterebbe appena una cucina ordinaria per convincerti a consigliare il locale. Così, è davvero una piacevole sorpresa trovare al Giardino degli Indoratori due ragazzi con esperienza, competenza e – merce rara – il sorriso che accompagna il loro lavoro.
Matteo Badaracco in cucina e Simone Ferrara in sala costruiscono, infatti, una bella offerta in stile bistrot, con appena venti coperti e un menù che regala alcuni piatti storici della cucina genovese come le trofie al pesto o l’agnello con carciofi e patate, ma soprattutto non teme variazioni originali come una cagliata al basilico o un raviolone fritto al taleggio.
Nel nostro caso, partiamo con il baccalà mantecato accompagnato da fave, cipollotti e aioli e il carpione di mare, entrambi piatti affatto scontati, a un tempo golosi e di grande equilibrio. Dal menù scegliamo, poi, come primo, l’orzotto con crema di piselli, guanciale e caprino, ancora una volta un piatto non facile da trovare su altri menù genovesi e di ottima esecuzione; mentre tra i secondi scegliamo il brasato di lepre, questa volta presentato in maniera classica ma, insomma: quand’è l’ultima volta che avete assaggiato la lepre?
Un locale da consigliare fino in fondo, dunque, con l’unico appunto, forse, della carta dei vini che, per un locale con questo stile, pare molto (un po’ troppo..) ancorata ai soliti noti produttori che, a guardare le carte di Genova e provincia, sembrano le uniche scelte possibili del panorama nazionale.
In chiusura, comunque, ci servono, in una tazzina di caffè, una leggera mousse al cioccolato aromatizzata con un ingrediente “segreto” dal deciso finale balsamico. Andate, assaggiate, provate a indovinare. Non è poi tutto qui il gioco del ristorante? Bon degustation!
(Vico degli Indoratori, 47, 16123 Genova; Tel. 010 254 3536; Domenica chiuso; fascia 25-35)