Economia

Rivitalizzare i centri storici e le periferie, dal “Marketing Lab” di Genova parte l’idea: “Zone franche per uscire dal degrado”

Genova. In un periodo di crisi come quello attuale la Camera di Commercio di Genova lancia un’idea, ovvero una defiscalizzazione per chi apre nuove attività nel centro storico. “L’idea delle zone franche urbane non ha trovato finanziamenti governativi, ma potrebbe essere davvero una soluzione – spiega il presidente Paolo Oddone – una defiscalizzazione per sei anni per chi apre una nuova piccola e media impresa in alcune zone: penso a Prè-Maddalena o Cornigliano-Sampierdarena. Questo potrebbe essere un’incentivo forte per rianimare queste zone”.

Ecco una delle novità emerse durante “Marketing Lab”, iniziativa INDIS – Istituto Nazionale Distribuzione e Servizi di Unioncamere – la cui seconda edizione si sta tenendo a Genova, nel Palazzo della Borsa, in collaborazione con la Camera di Commercio di Genova e con il supporto di Centro Ligure Produttività e Iscom Group.

“Genova è stata scelta per questo momento di confronto nazionale su qualità urbana, vivibilità delle grandi città, comunicazione e promozione territoriale – commenta il presidente della Camera di Commercio – perché qui è nato il format dei CIV (centri integrati di via), esperienza pilota che oggi interessa oltre 100 centri e 5.000 imprese e che oggi sono al centro del ‘laboratorio urbano’ ricreato dentro e fuori il palazzo della Borsa” .

In solo dieci anni dopo, con i soldi di Genova Capitale della Cultura, sono state fatte le prime pedonalizzazioni nel centro della città, con via San Vincenzo e via Cesarea. “Genova è stata un’esperienza pilota e ora si deve andare avanti facendo un progetto di recupero dei vari centri commerciali naturali che servono a garantire anche ordine pubblico”, conclude Oddone.

Tornando a Marketing Lab, “Siamo a Genova perché con il presidente Oddone abbiamo ritenuto che la città necessitasse di un tale intervento. Noi già 5 anni fa abbiamo lanciato un allarme: se continua così il centro storico rischia di diventare invivibile anche perché senza i negozi la socialità muore e subentrano le attività malavitose – dichiara Andrea Zallari, presidente Indis – Bisogna che le città diventino intelligenti e che il commercio sia alla base di una riconsiderazione da parte delle autorità. Abbiamo lanciato progetti e piccole iniziative, che però lanciano un messaggio di speranza in un momento di crisi come questo, in cui nessuno deve rimanere indietro”.

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