Cronaca

G8 di Genova, l’ex questore Colucci condannato a 2 anni e otto mesi per falsa testimonianza nel processo Diaz

Genova. Il giudice monocratico Massimo Deplano ha condannato a 2 anni e 8 mesi l’ex questore di Genova Francesco Colucci, accusato di falsa testimonianza nell’ambito del processo per i fatti della scuola Diaz. Il giudice ha condannato Colucci al pagamento delle spese processuali e al pagamento di 2.500 euro di provvisionali per le parti civili che si sono costituite nel processo (circa una decina).

Il risarcimento in questo caso – commenta l’avvocato di parte civile  Emanuele Tambuscio – è per noi la parte meno importante anche perché si è trattato esclusivamente di un danno morale. Questa sentenza è importante perché si aggiunge alla condanna della Diaz nel far luce su quesi fatti e in particolare è la sentenza che sancisce ufficialmente che in quel processo c’è stato inquinamento delle prove da parte di un importante funzionario della polizia che era in allora questore e poi è stato ulteriormente promosso.

“Con questa sentenza di primo grado, che speriamo sia confermata, un altro pezzo di muro di falsità viene smantellato – dice l’avvocato Emilio Robotti – perché il G8 è stata una vergogna sia per quanto riguarda il macello alla Diaz, a Bolzaneto, nelle strade, sia poi per tutta la falsificazione, la reticenza quant’altro abbiamo visto nei processi”.

Di tenore ovviamente diverso le dichiarazioni del difensore di Colucci, Maurizio Mascia. Se e quando la sentenza diventerà definitiva, Colucci non potrà usufruire della condizionale e dovrà rivolgersi al magistrato di sorveglianza per chiedere l’affidamento ai servizi sociali se vuole evitare il carcere: “Bisognerà attendere le motivazioni per vedere per quali episodi il mio cliente è stato condannato, visto che erano contestati 5 capi d’imputazione ma dal dispositivo non si capisce su quali è stato condannato”.

Scontato il ricorso in appello: “Questi sono processi che non finiscono mai in primo grado – ha detto Mascia – soprattutto quando c’è una situazione ambientale che consiglia di proseguire magari di andare in gradi anche successivi fuori distretto”.

L’ex questore Colucci, a capo della centrale operativa delle forze dell’ordine nei giorni del G8 di Genova, secondo l’accusa avrebbe ritrattato in aula la sua testimonianza su diversi punti chiave relativi alla sanguinosa irruzione nella scuola Diaz, per la quale la Corte di Cassazione ha condannato in via definitiva per falso, calunnia e lesioni 25 funzionari di polizia, tra cui alcuni tra i massimi vertici della Polizia italiana.

Cinque secondo l’accusa i punti su cui verterebbe la falsa testimonianza di Colucci. Il principale, e forse più noto, riguarda l’invio presso la scuola Diaz, dell’allora capo dell’ufficio stampa della Polizia Roberto Sgalla. In un primo tempo, sia alla Commissione parlamentare che indagava su quei fatti, sia in un’audizione testimoniale ai pubblici ministeri del processo, Colucci avrebbe sostenuto che era stato il capo della Polizia Gianni De Gennaro a chiedere l’invio di Sgalla in via Battisti, prima dell’inizio dell’operazione. Durante l’udienza di primo grado invece Colucci sostenne in aula che era stato lui stesso a mandare Sgalla alla Diaz.

“Durante il processo di primo grado c’è stata una corale opera di inquinamento delle prove” e “una promiscuità oscena tra alcuni testimoni e gli imputati”, aveva detto il pm Zucca nella sua requisitoria. Zucca aveva anche “definito “ributtante lo scorcio su quello che accadeva dietro le quinte del processo” facendo riferimento alle numerose intercettazioni telefoniche che rivelano i costanti contatti tra poliziotti imputati e alcuni testimoni del processo.

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