Cronaca

Sicurezza sul lavoro, commissione parlamentare in Prefettura: porto di Genova buon esempio, ma è allarme amianto

Genova. Meno infortuni sul lavoro, ma più morti bianche. E’ il lato negativo della Liguria, secondo i dati presentati quest’oggi dagli assessori alla salute e al lavoro della Regione Liguria, Claudio Montaldo e Enrico Vesco nel corso dell’audizione in Prefettura davanti alla commissione del Senato in tema di salute e sicurezza sul lavoro.

Il quadro evidenziato dagli assessori liguri testimonia la diminuzione degli infortuni sia in numero assoluto, da 25.000 a 20.000, tra il 2000 ed il 2010, sia in tasso percentuale pari a circa il 15%.

In Liguria si è passati da un tasso territoriale di 56,7 infortuni riconosciuti ogni 1.000 addetti, nel 2000 a 43,1 nel 2010, pari a una riduzione del 24%. Stabile invece è l’incidenza nell’ultimo periodo dal 2008 al 2010, quando si è registrata una lieve diminuzione, dal 44,1 al 43,1.

“C’è una tendenza a una riduzione degli infortuni del 13% nella media degli ultimi 5 anni – ha confermato il presidente della Commissione del Senato, Oreste Tofani – però va anche considerata la minore occupazione e le ore lavorate, basti pensare all’aumento della cassa integrazione. A questo proposito abbiamo chiesto dati più precisi all’assessore per capire meglio l’indice di riduzione”.

Secondo dato che interessa, negativamente, la Liguria: l’aumento di morti sul lavoro secondo i dati Inail. “Calcolando i primi 9 mesi del 2012 rispetto al 2011 vi sono 3 morti in più – ha detto Tofani -E’ necessario dunque un’azione più mirata e specifica, perché purtroppo in una fase di crisi non vorremmo che ci potesse andare di mezzo la sicurezza sul lavoro”. Gli infortuni mortali che a livello nazionale sono circa 800 /1.000 all’anno, in Liguria sarebbero ancora più bassi se non si prendessero in esame gi infortuni legati all’incidentalità stradale.

I settori dove prevalgono gli infortuni sono quelli delle costruzioni, dei trasporti, con al suo interno i porti, dei servizi alle imprese e, al quarto posto, della pubblica amministrazione: quattro categorie che superano il 50% del totale degli infortuni.

Un dato interessante connota positivamente il porto di Genova, definito di buon esempio dalla stessa commissione. “Rappresenta un simbolo per gli altri porti per il meccanismo organizzativo, è un buon esempio”.

La Liguria, però, continua ad avere un ruolo rilevante per le malattie professionali gravi e mortali, associate prevalentemente all’amianto (mesoteliomi e neoplasie da amianto).

Si tratta di patologie che, per buona parte, sono da ricondurre ad esposizioni professionali, collocabili tra gli anni sessanta e gli anni novanta, dato il prolungato tempo di latenza tra esposizione e malattia e che si prevede avranno un picco nel 2020.

Il complesso delle patologie da amianto denunciate in Liguria (asbestosi e neoplasie pleuriche e polmonari) ha rappresentato complessivamente negli ultimi anni il 13-15% dell’intero fenomeno a livello nazionale. Un dato emblematico, tenendo conto che gli interi occupati liguri rappresentano una percentuale non superiore al 3% di quelli di tuta Italia. Genova è tra le città in testa alla classifica, delle patologie asbesto –correlate, in particolare dei mesoteliomi pleurici, soprattutto in quanto sede storica di cantieristica navale.

“Tra le azioni istituzionali messe in campo in materia di salute e sicurezza sul lavoro – ha ricordato l’assessore alla salute, Claudio Montaldo alla commissione del senato – l’attività di controllo svolta dalle ASL, INAIl e INPS con 14.400 ispezioni nell’anno 2011 a fronte delle 75.000 aziende con dipendenti presenti in Liguria. Nell’ambito dell’attività ispettiva sono stati riscontrati 5.651 lavoratori irregolari ai quali vengono riconosciuti o versati contributi solo parziali, di cui 2.440 in nero, con un’evasione di circa 10 milioni di euro e con sanzioni comminate di 13 milioni.

“Inoltre per prevenire i rischi sul lavoro – ha aggiunto l’assessore regionale , Enrico Vesco – sono stati messi a disposizione, negli anni passati, 1,8 milioni di euro, oltre ad aver previsto un sostegno economico mensile a favore delle famiglie dei lavoratori vittime di infortuni e l’avvio di una nuova campagna regionale per la sicurezza in edilizia, d’intesa con la direzione regionale INAIL Oltre ad attività formative che hanno coinvolto complessivamente, su tutto il territorio ligure, circa 1500 docenti e 25.000 studenti delle scuole elementari, medie e superiori”. “Recentemente abbiamo stanziato ulteriori 620.000 euro da destinare ai lavoratori considerati più a rischio di infortuni”.

Gli assessori hanno poi illustrato l’esperienza ligure del coordinamento regionale della sicurezza sui luoghi di lavoro, uno dei primi nati in Italia, che consente a tutti gli organi istituzionali competenti di confrontarsi con le forse sociali, sindacali e datoriali e il ruolo svolto dall’ufficio operativo nel quale tutti gli enti coordinano la propria attività.

“Ho colto grande collaborazione e attenzione da parte di tutte le istituzioni, c’è la volontà di migliorare, siamo soddisfatti”, ha concluso Tofani.

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