Genova. “Questa inchiesta era dovuta alla città di Genova. Per le ferite che ha patito in quei giorni, per la distruzione portata nelle sue strade, soprattutto per il terrore provato dai suoi abitanti”. Lo ha detto Anna Canepa, il pm che insieme al collega Andrea Canciani ha gestito le indagini sui manifestanti del G8, nelle interviste a due quotidiani. Sui ragazzi coinvolti “non c’e’ stato nessun accanimento”.
Il capo d’imputazione, devastazione e saccheggio, “fu una scelta inevitabile, perche’ Genova in quei giorni era stata davvero devastata, saccheggiata da chi impedi’ a tutti gli altri di manifestare democraticamente”, spiega Canepa.
“L’inchiesta e’ stata lunga, difficile. Identificare i responsabili ha richiesto un impegno straordinario”, e ”se abbiamo indicato 25 persone, sulle migliaia che hanno partecipato ai disordini, e’ proprio perche’ sui coinvolgimenti di questi non c’erano dubbi”, afferma il pm, forse dimenticando che ben 15 manifestanti su 15 sono stati assolti nei precedenti gradi di giudizio.
“Non abbiamo fatto retate nel mucchio, nessuno e’ finito per caso sul banco degli imputati. Il dibattimento – aggiunge – si e’ basato su prove fotografiche: chiare, precise, obiettive. E non abbiamo tirato in ballo reati ideologici o di opinione. Solo fatti concreti”.